Ernesto Morales lascia la sua terra,
l’Argentina, per l’Europa, con la voglia di approfondire
le sue conoscenze, per poter meglio confrontare la
storia e la cultura del suo Paese con il “Vecchio
Mondo”, tornando, quindi, alle origini. Non è la sua una
fuga, ma il tentativo di effettuare un confronto con un
percorso antiorario. Conoscere, osservare, per giungere
alla sua personale “identificazione”.
Identità dal latino idem, lo stesso, rende una Entità
definibile, riconoscibile, come le architetture di
Morales. La prospettiva è il modo di osservare: da qui,
parte e si concretizza la ricerca che tende a comunicare
la sua visione del mondo.
La figurazione, al momento, è un lavoro di comparazione
tra le città argentine e quelle italiane. Paesaggi
immobili, ma contenitori di vita. Fotogrammi, istantanee
che bloccano un momento infinito, sospeso tra nostalgia
dei luoghi natii e la memoria storica. Complessivamente,
l’opera di Morales è un simbolico universo di
Identitades.
Nasce a Montevideo (Uruguay) nel 1974, ma di nazionalità argentina, paese in cui ancora giovane si trasferisce. Ora vive e lavora a Roma, utilizza diversi linguaggi artistici come la pittura, la fotografia ed i video.