Il corteo storico
che ogni anno il 2 settembre percorre le vie
della città di Viterbo, rinnova l'antica usanza
per la quale le autorità cittadine, insieme al
clero, si recavano a rendere omaggio alla Santa
patrona, così come stabilito con una delibera
risalente al 1512 dal Consiglio dei Quaranta,
in ricordo della traslazione del corpo di S.
Rosa.
Infatti, nel 1258 il pontefice Alessandro IV,
dopo un sogno premonitore, con una solenne
processione da lui presieduta insieme alla corte
cardinalizia, fece traslare nella Chiesa di S.
Maria, dove attualmente sorge il santuario, il
corpo della giovane Rosa, che dal 1251 giaceva
incorrotto nella nuda terra presso la chiesetta
di S. Maria in Poggio.
In ricordo di quell'evento cominciò ad
affermarsi la processione con inserito il
trasporto di un baldacchino, che negli ultimi
anni successivi prese il nome di "macchina",
assumendo forme e grandezze sempre più
spettacolari. In seguito agli eventi luttuosi
del 1801, causati dall'incendio della
"macchina", la processione religiosa, che fino
ad allora precedeva il trasporto, si svolse
separatamente.
Sono circa 300 i figuranti che indossano
sontuosi abiti medievali e rinascimentali tipici
delle cariche civili, militari ed ecclesiastiche
più importanti della vita del Comune.
Dal 1921 viene
portato in processione il cuore di S. Rosa
prelevato dal corpo della Santa a seguito della
ricognizione effettuata nello stesso anno e
conservato ancora integro nel reliquiario donato
da Papa Pio XI.
E' dal 1976 che grazie all'intuito ed alla
sensibilità delle suore Clarisse,
dell'architetto Alberto Stramaccioni di Orvieto
in collaborazione con il comitato pro opere
Santuario di Santa Rosa e con la modellista
Olimpia Arcangeli, fecero il loro ingresso nella
processione religiosa i primi personaggi in
costume, che rappresentano le massime autorità
della città insieme alle milizie, che dal 1200
hanno sempre reso omaggio ed importanza
all'evento della traslazione della piccola Santa
concittadina. Con il trascorrere degli anni, il
corteo si è arricchito, con l'aggiunta di altri
personaggi rappresentanti i vari secoli, fino al
1700.
Il corteo è
attualmente composto da circa 150 figuranti,
che indossano costumi da podestà, capitano del
popolo, governatore, notaio, comandante delle
milizie, soldato e 130 bambine chiamate
"Boccioli di S. Rosa", che rievocano i
legami tra i piccoli viterbesi di oggi e la loro
Santa coetanea di ieri.
Sono queste ultime che sfilando alternate ai
figuranti del corteo separano i costumi dei
diversi secoli.
Il Corteo Storico
di Viterbo è seguito da una rappresentanza dei
facchini di Santa Rosa che
portano a spalla un prezioso reliquario
contenente il Cuore di Santa Rosa.
La preziosa teca dorata durante l’anno è
custodita nella chiesa di Santa Rosa
accanto all’urna che contiene il corpo della
Santa. Il Corteo Storico a Viterbo
parte dal Santuario di Santa Rosa e attraversa
il quartiere medievale di San Pellegrino per
arrivare fino alla cattedrale in piazza San
Lorenzo.
Da qui ha inizio la processione attraverso le
vie del centro che si conclude con il rientro
della Santa presso il Santuario.
L’imponente organizzazione che opera alle spalle
di questa manifestazione si compone di numerosi
artigiani che si occupano della manifattura
degli accessori e degli abiti e della
realizzazione delle acconciature per riprodurre
fedelmente ogni particolare.
Estremamente precisa la ricerca dei tessuti
adatti e la realizzazione delle armi,
delle corazze e delle armature
preparate con gli antichi metodi di produzione.
Con il trascorrere degli anni, il corteo si è
arricchito, con l'aggiunta di altri personaggi
rappresentanti i vari secoli, fino al 1700. Il
corteo è attualmente composto da circa 300
figuranti, che indossano costumi da podestà,
capitano del popolo, governatore, notaio,
comandante delle milizie, soldato e 130 bambine
chiamate "Boccioli di S. Rosa", che rievocano i
legami tra i piccoli viterbesi di oggi e la loro
Santa coetanea di ieri.
Oggi i figuranti,
tra Boccioli di S. Rosa, Rosine e istituzioni
comunali, sono circa 300. Alla testa del
corteo sono un gruppo di terziari francescani
con un porta-croce al centro, seguiti da un
gruppo di Rosine con un saio grigio-violaceo,
che portano ceste piene di rose e candele in
omaggio alla Santa Patrona di Viterbo. Le Rosine
rappresentano la giovine figura di S. Rosa, e
all'interno del corteo, separano i diversi
secoli.
Dagli anni del dopoguerra, la processione
partiva dalla Chiesa di S. Rosa e vi ritornava,
dopo aver percorso le vie principali della
città. Oggi ha inizio dalla Cattedrale, dove il
cuore dalla Santa rimane esposto alla
venerazione dei fedeli fin dalla mattina del due
settembre. Nel pomeriggio viene solennemente
riportato al suo Santuario, infatti
nell'archivio del Monastero di S. Rosa esistono
ancora due pergamene del 1512: una
riguarda il consiglio del 24 (la Giunta Comunale
dell'epoca) e un'altra riguarda in Consiglio dei
40 (la Giunta e il Consiglio Comunale al
completo).
In queste pergamene è scritto che il Comune di
Viterbo s'impegna con giuramento a partecipare
al completo alla processione di S. Rosa che
doveva partire da Piazza del Comune
all'imbrunire al suono delle campane della Torre
del Comune.
Oggi, la manifestazione ha ormai assunto una
dimensione tale da necessitare di una capillare
organizzazione alle spalle, composta non solo
dalle Clarisse, impegnate nella manutenzione
degli abiti e in parte nella loro manifattura,
ma anche da sarte, modelliste, parrucchiere,
esperti della lavorazione in pelle e tutta una
serie qualificata di collaboratori, molto ben
coordinati tra di loro.
E il colpo d'occhio, alla fine di tanto lavoro,
è stupendo: la struttura e le fattezze della
Città duecentesca costituiscono una perfetta
scenografia per i personaggi, scelti dopo
opportune selezioni, nei loro laboriosissimi
abiti: ogni cosa è reale; il minimo particolare
è rispettato nella ricostruzione saliente dei
secoli che vanno dal '200 fino ai giorni nostri:
spade, elmi, corazze sono stati ricreati da
anziani artigiani con modalità antiche come
l'uomo; i calzari, di pelli costose o di velluti
pregiati, sono anch'essi frutto di mani abili in
una specialità che va morendo; certosina la
ricerca delle stoffe, per non creare discrepanze
con il passato.
Aprono il corteo:
circa centoventi Boccioli di Santa Rosa - Venti
Rosine con cesto di rose - Terziario francescano
portacroce - Sette rosine portano il cesto di
rose
Seguono:
Tredicesimo Secolo
Valletti - Podestà - Collaterale - Notaio -
Valletto - Portabandiera - Capitano del Popolo -
Milizia - Sei Rosine portano il cesto di candele
Quattordicesimo secolo
Cinque Chiarine e sei Tamburini - Valletti -
Podestà - Collaterale - Notaio - Portabandiera -
Capitano delle milizie - Milizia - Sei Rosine
portano il cesto di rose
Quindicesimo secolo
Valletti - Podestà - Collaterale - Notaio -
Portabandiera - Capitano delle milizie - Milizia
- Sei Rosine portano il cesto di candele
Sedicesimo Secolo
Valletti - Podestà - Collaterale - Corazziere -
Capitano delle milizie - Milizia - Sei Rosine
portano il cesto di rose
Diciassettesimo secolo
Sei Tamburini - Valletti - Governatore
Pontificio - Delegato pontificio - Portabandiera
- Governatore di Giustizia - Maestro d'armi -
Cavaliere di Malta - Capitano delle milizie -
Milizia - Sei Rosine portano il cesto di candele
Diciottesimo secolo
Valletti - Governatore - Dignitario - Magistrato
- Capitano delle Milizie - Milizia - Sei Rosine
portano il cesto di rose