Avvolta da un telone cangiante,
protetta da un sicuro ponteggio
Fiore del Cielo aspetta di salutare
Viterbo la sera del 3 settembre.
È l'ultimo trasporto per questa
spirale che esprime fede, amore,
passione in 28 metri di altezza, 5
tonnellate di peso, 900 rose ad
adornarla, candele, led e luci
alogene.
Ormai il countdown è iniziato da
giorni, proprio dall'appuntamento
dell'assemblaggio, dove gli uomini
della squadra di Contaldo ed Andrea
Cesarini e Vincenzo Fiorillo hanno
montato quest'inno in acciaio ed
alluminio alla Santa Patrona di
Viterbo.
Sì, perché dietro la famosa "sera
del tre", c'è l'impegno, il lavoro
di uomini che contribuiscono alla
realizzazione di un sogno,
coadiuvati, guidati da Contaldo
Cesarini. Due magnetici occhi
azzurri che esprimono simpatia,
schiettezza, ore di sudore, di
fatica. A vederlo sul ponteggio
dell'impalcatura della Macchina
sicuro e veloce, ci si rende conto
di cosa è capace di compiere un uomo
con più di quarant'anni di
esperienza alle spalle.
"Ma che macchina è?" ricorda
Contaldo Cesarini, quando
contattando una ditta per il
materiale all'indomani della nomina
per l'appalto della Macchina di
santa Rosa, si è sentito dire al
telefono l'imprenditore. Così è
iniziata la sua avventura con un
mondo sconosciuto, quello della
Macchina di santa Rosa, che ormai
considera "Una sua creatura", una
dimostrazione di fede per la piccola
grande Santa viterbese, tra l'altro
di un uomo nativo di Città di
Castello, ma con l'amata moglie di
Viterbo.
Fiore del Cielo, come tutte le altre
di cui si è occupato, la conosce
pezzo per pezzo, sarebbe sicuramente
capace di descriverla persino ad
occhi chiusi. Una vita dedicata alle
costruzioni, edifici civili ed
industriali, ristrutturazioni
ovunque, anche all'estero, eppure
parlando con Contaldo ci si rende
conto di quanta passione, tenacia,
forza e caparbietà ci sono in questa
"costruzione" che grazie alla sua
squadra, il 3 settembre giunge al
suo ultimo trasporto, rinnovata e
cangiante.
Quest'anno tra l'altro c'è anche la
novità del percorso allungato di 400
metri su via Marconi, con la girata
su Piazza della Repubblica: uno
sforzo non di poco conto, con cui si
vuole celebrare il Riconoscimento
Unesco del trasporto della Macchina
come "Bene immateriale
dell'Umanità".
"Sono i Facchini che, pur morendo di
fatica lì sotto, vogliono portare
tutti insieme la Macchina - afferma
Contaldo Cesarini - 5 metri e 23
centimetri di dislivello in via
Marconi, non è certo uno scherzo".
Nelle sue parole c‘è la certezza
della tenacia dei 113 Cavalieri di
santa Rosa, ma anche la
consapevolezza di un lavoro
realizzato sempre con impegno,
dedizione e fede.
Fiore del Cielo è lì a Porta Romana
per gli ultimi dettagli, Contaldo
Cesarini e suo figlio Andrea sono
pronti per questa sfida. "Sollevate
e fermi" lo si deve anche a loro.
Laura
Ciulli