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Trasporto della Macchina di S.Rosa "ALI DI LUCE" 1-2 Viterbo 3 settembre 2003 Ideazione e Progettazione Architettonica Dott. Raffaele Ascenzi Ditta appaltatrice CESARINI COSTRUZIONI s.r.l. |
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Raffaele Ascenzi, vincitore del concorso come progettista della nuova macchina di S. Rosa, “Ali di Luce”, con la sua creazione ha voluto senza dubbio mantenere, nell’originalità del progetto, il riferimento alla Viterbo medievale, con spunti ed elementi che ci rimandano a tante tipicità architettoniche cittadine. Ad esempio, le “ali” in realtà sono archi a sesto acuto formati dall’intersezione degli archi a tutto sesto, a ricordare il celebre loggiato di Palazzo Papale; gli angeli faranno ricordare a tanti viterbesi quelli della Macchina di Zucchi (Il Volo d’Angeli, appunto), ma vogliono testimoniare anche il passaggio dall’arte Romanica a quella Gotica. Il Barocco, così raro a Viterbo, viene richiamato nelle scelte cromatiche. infatti, la scelta dell’argento, ci riporta ai colori dei metalli preziosi che anticamente adornavano l’immagine della Santa viterbese nei baldacchini seicenteschi e, anche, alle diverse sfumature di grigio che sono il colore dominante del peperino con cui è costruito il centro storico e delle mura medievali. “Ali di Luce, al suo passaggio nelle strette strade abbuiate del percorso, creerà un abbraccio simbolico con la Città che attraversa, catturando e riflettendo i bagliori della fiamma viva, che è protagonista di gran parte dell’illuminazione della struttura. I quattro leoni posti alla base e la relativa epigrafe: "Non metuens verbum, leo sum qui signo Viterbum", ci riportano immediatamente allo stemma di Viterbo, così come il fuso centrale, tipico delle fontane cittadine, che nella nuova Macchina, non poggia più su una base quadrangolare ma su una sfera, che riporta l’acronimo F.A.U.L. (simbolo della leggendaria tetrapoli racchiusa in un'unica identità urbana). In “Ali di Luce” convivono perciò elementi del design dell’architettura contemporanea e materiali del tutto moderni, unitamente a canoni estetici e riferimenti architettonici tipicamente medievali. Il risultato è quello di una Macchina caratterizzata da un dialogo ed un richiamo costanti tra moderno e passato, tra attualità e tradizione. Ma la vera novità della Macchina è rappresentata dall’introduzione delle parti mobili; le “ali”, che si possono aprire come petali di un fiore, di una rosa certamente, rinnovando l’emozione del volo dell’anima e dell’abbraccio aperto alla città. Un’altra caratteristica del nuovo progetto sta nella scelta del colore argenteo, che è stato pensato anche per il riverbero della luce solare. In passato, le macchine di giorno perdevano molto del loro naturale fascino notturno e così, ora, l’osservazione diurna permetterà di scoprire particolari nascosti, che sfuggono al momento del Trasporto. Il sistema di illuminazione è costituito da ottocento candele che offrono tutto il fascino della fiamma viva e da lampadine elettriche poste all’interno del corpo macchina (alimentate da un gruppo elettrogeno). La luce filtra all’esterno, attraverso dei fori posti sulle “ali”, la cui densità aumenta progressivamente lungo la Macchina, creando un effetto di smaterializzazione verso il cielo per la progressiva dissolvenza delle superfici, ma anche a simboleggiare la tensione naturale dello spirito umano verso l’alto.
(tratto da:“ALI DI LUCE”, LA NUOVAMACCHINA DI S. ROSA)
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Lo staff di "Ali di Luce"
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