Notizie/Storia
Nell'area settentrionale del territorio falisco
spicca, per l'importanza della documentazione archeologica,
l'insediamento che sorgeva nel sito dell'attuale Corchiano.Tuttora
ignoto è il nome antico della città, che si è voluto identificare
con la Fescennium di cui parlano le fonti letterarie antiche, la cui
fama era legata alla creazione dei “fescennium”, la caratteristica
espressione di poesia popolare che sarebbe alla base della satira
romana. Sebbene le testimonianze archeologiche non consentano di
confermare tale identificazione, è indubbio che il sito di Corchiano
ha rivestito, nèll'antichità, un ruolo strategico nel quadro
dell'agro falisco, grazie alla posizione particolarmente avanzata e
adatta al controllo della via di transito che aggirava i monti
Cimini.
Le cosiddette “cavernette falische”, una serie di
ripari in grotta qui attestati con una particolare intensità,
testimoniano una frequentazione dell'area già nel Paleolitico; la
nascita dell'insediamento è tuttavia da porsi nell'VIII sec. a.C.,
come evidenziato dal ritrovamento nel sepolcreto di Caprigliano di
tombe a pozzo e a fossa attribuibili a questa fase. La città doveva
sorgere nel vicino pianoro del Vallone, difeso su tre lati da due
corsi d'acqua - il Fosso delle Pastine ed il Rio Fratta - e protetto
sul quarto da un imponente fossato artificiale: scarsi sono i resti
dell'abitato, e riferibili essenzialmente a tratti stradali, pozzi,
cunicoli ed opere murarie.
La fase orientalizzante di Corchiano non mostra
caratteri di grande originalità rispetto alle ben più brillanti
attestazioni di Falerii, sebbene segnali l'esistenza di una comunità
in via di espansione e la presenza, all'interno di essa, di un ceto
sociale benestante. L'ampliarsi dell'insediamento è ben testimoniato
dall'estendersi della necropoli che, dall'originario nucleo di
Caprigliano passa ad occupare le vicine zone del Vallone e di
S.Antonio. E' nel VI sec. a.C. che si deve porre il nuovo assetto
delle aree cemeteriali, organizzate ora sulla base di un impianto
regolare fondato sulla presenza di assi viari ortogonali sui quali
si aprono tombe a camera di tipologia costante, caratterizzate cioè
- come in tutto l'agro falisco dalla presenza di loculi parietali
sigillati da tegole e di banchine. In questa fase Corchiano risente
del rigoglio economico e culturale della capitale FaleTii: indizio
di tale prosperità e della presenza di un ceto aristocratico che ama
fare sfoggio del proprio status sociale èinfatti la ricchezza dei
corredi tombali, nei quali sono presenti preziosi oggetti di
ornamento in oro ed argento, ceramiche attiche di notevolissima
qualità, servizi da banchetto in bronzo.
I secoli successivi vedono invariata questa
situazione di benessere, che sembra anzi accrescersi nel IV secolo,
quando si assiste al momento di maggiore floridezza del centro: è in
questo periodo che sorgono, nel territorio di Corchiano, una serie
di piccoli insediamenti aventi una funzione strategica nei confronti
della crescente espansione romana e si assiste parallelamente ad una
capillare occupazione della campagna, come è evidenziato dai nuclei
di tombe disseminate intorno al centro abitato.
La rapida ascesa di un nuovo ceto “medio” nell'ambito
della comunità locale è testimoniata anche dalla composizione dei
corredi funerari, che contengono notevoli esemplari della ceramica
falisca a figure rosse, sostituita in seguito da prodotti più
correnti e standardizzati a figure rosse, sovradipin— te e a vernice
nera, mentre le ceramiche “argentate”, rivestite cioè di una
“vernice” che conferiva loro un aspetto metallico, indicano la
volontà di riprodurre, in materiale naturalmente molto meno costoso,
le forme ed i tipi dei vasi da banchetto in bronzo tipici dei
corredi aristocratici. In questa fase di particolare vivacità
culturale si può collocare la presenza, testimoniata tra l'altro da
iscrizioni in lingua etrusca incise o dipinte sulle tegole di
chiusura dei loculi, di un gruppo di persone provenienti
dall'Etruria settentrionale interna, stanziatesi a Corchiano ed
omologatesi poco a poco alla popolazione locale: l'indizio più
eclatante dell'importanza di questo nucleo è fornita dalle due
iscrizioni etrusche monumentali visibili ancora oggi lungo le pareti
della tagliata di S. Egidio, che menzionano con ogni probabilità i
nomi dei costruttori della strada.
La recettività di Corchiano nei confronti degli
stimoli culturali provenienti dall'Etruria è attestata dalla
realizzazione di un'interessante serie di tombe rupestri a portico
la cui tipologia mostra stretti contatti con le tombe di Norchia.
Come gran parte dei centri minori del territorio, la documentazione
archeologica di Corchiano subisce una netta battuta d'arresto in
concomitanza con la distruzione di Falerii (241 a.C.) e la
conseguente confisca di metà del territorio da parte di Roma. |