Martedì
2 maggio 2002 presso il Museo Laboratorio di Arte Contemporanea
dell’Università di Roma “La Sapienza”, si inaugura la mostra di Maddalena
Mauri dal titolo “Dieci”. Si tratta di un unico, gigantesco
decalogo pittorico, condotto a quattro mani dall’artista e dal
curatore Gianluca Marziani. Per l’occasione, infatti, il dialogo tra i
due si è sviluppato secondo contributi incrociati che riguardavano
l’ideazione e la composizione dei quadri. Tutto è partito dalla
volontà di affrontare i Comandamenti sotto prospettive attuali e
contaminate. Uno scritto di Marziani ha segnato l’incipit del progetto
e l’ispirazione per i percorsi visivi. La Mauri ha quindi ideato una
sequenza di dieci tele da 150x150 ciascuna. L’artista ha così scelto
i protagonisti con le loro storie, il curatore ha elaborato le frasi che
sono entrate nelle opere, assieme hanno selezionato gli elementi che
avrebbero caratterizzato l’architettura metaforica delle dieci vie. Ne
risulta un potente impatto sequenziale che attraversa il ritrattismo
secondo la strada morale delle radici cristiane. Senza alcunché di
didascalico e religioso, il progetto “Dieci” descrive laicamente la
vitalità generazionale, i dilemmi diffusi, la violenza urbana, gli
stimoli e le paure del presente, l’eccesso di informazioni e nozioni.
Ogni quadro ribalta l’immediatezza dei Comandamenti per darne una
prospettiva anomala. La “religiosità” vive nell’intensità degli
sguardi, nei gesti, nell’incontro tra energie veritiere, nel calore
passionale, nell’esplodere di emozioni e azioni. A tali soggetti si
lega una storia realmente vissuta, un bagaglio di realtà che la Mauri
ha raccontato con il suo talento frenetico e comunicativo. Una sintesi
tra vicende quotidiane, fatti strani o eventi catartici: proprio qui sta
il collante tra i dieci protagonisti e le metafore sui nostri doveri
morali.
Il
progetto “Dieci” prende il via dai temi che la Mauri ha affrontato
in questi anni. La sua pittura scava dentro il proprio universo
quotidiano. Un mondo di amicizie, passioni, conoscenze, amori e tanti
riti giornalieri. Un viaggio tra facce e corpi che vengono dipinti in
maniera istintiva, secondo una presa diretta che rende la pittura sporca
ma aperta, quasi un diario per immagini con cui isolare i momenti
migliori. Svariati oggetti delineano il percorso narrativo dietro ai
corpi. Frasi sparse dalla grafia veloce sembrano scorrere oltre il
quadro. Colori simbolici si incontrano con uno stile che segue i moti
istintivi dell’artista. Ogni quadro deve sempre completarsi senza
alcuna pausa. Una regola che “costringe” la Mauri a buttare le tele
quando la “terapia creativa” non giunge a termine senza intervalli.
Tra
le mostre di Maddalena Mauri si ricordino “Aperto ‘97” (1997) al
Trevi Flash Art Museum (Trevi), “Sulla Pittura” (1999) a Palazzo
Sarcinelli (Conegliano Veneto), “Waiting” (1998) e “Transfert”
(1999) alla Romberg Arte Contemporanea (Latina), “Finché c’è morte
c’è speranza” (1999) al Trevi Flash Art Museum (Trevi), “Gesti
Personali” (1999) da Marazzani Visconti Terzi (Piacenza).