Il 27 Dicembre 2009 l'artista viterbese Teresa Ragonesi ha
inaugurato la mostra "Captare/catturare work in progress".
Il percorso mostra si svolge all'interno di un capannone di
un'ex-fabbrica di ceramica situata a Castel Sant'Elia.
Emozioni, vibrazioni, sensazioni come ambiente, luce, foto,
fruitori divengono contenitori di messaggi ed espressioni
che l'artista sapientemente sa condurre e veicolare
attraverso l'essenzialità e la monocromaticità focalizzando
l'intenzione.
Per l'artista, l'intenzione, diviene il tramite attraverso
il quale il gesto dà forza alla comunicazione
concettualizzando, contaminando e decontestualizzando
elementi concettualmente attuali.
Compenetrazione e contaminazione di ritmo, linguaggi e
colore portano a spogliare e rivestire l'oggetto -ombrello-
di nuovi significanti e significati, definendo nuovi confini
del comunicare, per poi nuovamente decontestualizzarli
attraverso il gioco di luce-foto-ambiente, a sua volta
contenitori di messaggi ed espressioni.
L'artista passa attraverso il minimalismo ed arriva ad
un'astrazione che colpisce per abilità e destrezza giungendo
concettualmente e virtualmente nella parabola della
comunicazione.
Paola Malè
L’artista nella sua
poliedricità utilizza per comunicare diversi medium
capaci di generare e captare un interscambio continuo
tra spazio reale, oggetto privato del suo significato e
persona; per generare nuovi significanti capaci di
amplificare ed espandere gli elementi del comunicare.
Attraverso la
decontestualizzazione l’artista spoglia sapientemente
l’oggetto ”ombrello” per vestirlo di nuovi significanti
dando alla sua struttura nuova forza: esaltandola,
allungandola, potenziandola giunge ad una comunicazione
virtuale tra uomo-oggetto-spazio-luce.
L’ombrello divenuto
parabola è in grado di trasmettere e ricevere segnali,
questo genera uno scambio continuo tra significanti e
significato che rimbalzano all’interno del codice
linguistico passando attraverso i vari livelli
grammaticali, semantici, pragmatici i quali attraverso
la perdita
dell’aura permettono
alla performance di raggiungere comunicatività ed
espressività proprie dell’opera.
L’artista maneggia
l’anima, la struttura dell’oggetto, come un amazzone
capace di tirare con il proprio arco una freccia nella
parabola della comunicazione.
Come la rabdomante
percepisce le vibrazioni del terreno, Teresa Ragonesi
percepisce quelle della luce che utilizza ben sapendo
che la luce elettrica non possiede un contenuto fino a
quando non viene associata ad un codice sia esso
linguistico, pittorico o scultoreo.
Il messaggio che
veicola attraverso l’utilizzo della luce elettrica è un
elemento fondamentale perché permette all’artista di
accedere al primo segnale della comunicazione virtuale
creando, all’interno della sua performance, un’energia e
una forza che permette al tempo e allo spazio di
assumere molteplici connotazioni, rendendo il suo lavoro
al contempo multimediale e concettualmente, lirico e
astratto, concreto e multicolore nella sua mono
cromaticità.
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