Tensione e glamour. Ricerca, azione, infine cambiamento.
All’insegna di una leggerezza che tanto leggera non è,
perché frutto di faticosa conquista, ottenuta con fare
spregiudicato e mordace. Potremmo dire corsaro.
Sono infatti autentiche incursioni, quelle di Teresa
Ragonesi, nel mondo delle consuetudini. Spesso legate
all’universo femminile.
Da tempo l’artista preleva oggetti d’uso quotidiano
spezzando i fili restrittivi delle convenzioni per creare
trame nuove, libertarie e fantasiose. Spostare i parametri
dell’ordinario, aprire varchi destabilizzanti nel
contingente, estraniarsi dalle pressioni dei ruoli per
giungere a uno smottamento intriso di libertà, di volo e di
imprevisto. E’ questo il senso della ricerca.
Ma l’incursione questa volta si fa spregiudicata e intima.
"A pelle".
Teresa Ragonesi strappa di dosso reggiseni. E costruisce
bianche reti elastiche tese nello spazio, installate
nell’aria. Attribuisce valore scultoreo all’intimo, che
appende alle reti dopo averne rafforzato le qualità
volumetriche, tattili, sensoriali, così da amplificarne la
morbida presenza. Ma in senso contundente, da autentico
match.
E’ ad un incontro che l’artista ci prepara in questa
minacciosa quanto morbida, elastica, candida proliferazione
sospesa nell’aria, che dice il vibrare delle emozioni in una
rappresentazione carnale. E si lancia alla conquista di
nuovi spazi, per irrompere e demistificare con libertà e
ironia ogni ipotesi costrittiva.
Grandi sfere leggere poggiano a terra pronte nella lo
perfetta definizione a entrare in gioco rimbalzando per
interazione dello spettatore, complice di questo strappare,
vibrare, rimbalzare, catturare.
E’ dalla provocazione che nasce l’incanto di queste sculture
sospese, frammento di una proliferazione infinita, che si
insinua, work in progress, nell’intimità delle case come
nell’ufficialità delle gallerie e in ogni dove senza
esitazione. Per incontrare pensiero coinvolgente,
destabilizzante, emozionante che suggerisce un’architettura
immaginaria. Abitata dal gesto quotidiano di chi mettendosi
in gioco ne sovverte le regole perché sa il piacere inquieto
che anima ogni idea di rinascita e ogni volontà di
rigenerazione.
Francesca Agostinelli