TOSCA |
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Melodramma eroi-comico in 3 atti
Libretto di V. Sardou, L. Illica, G. Giacosa
ATTO PRIMO
La Chiesa di Sant'Andrea della Valle.
A destra la Cappella Attavanti.
A sinistra un impalcato; su di esso un gran
quadro coperto da tela. Attrezzi vari da
pittore. Un paniere.
SCENA 1
ANGELOTTI
(vestito da
prigioniero, lacero, sfatto, tremante dalla
paura, entra ansante, quasi correndo. Dà una
rapida occhiata intorno.)
Ah! Finalmente!
Nel terror mio stolto Vedea ceffi di birro
in ogni volto.
(torna a guardare
attentamente intorno a sé con più calma a
riconoscere il luogo. Dà un sospiro di
sollievo vedendo la colonna con la pila
dell'acqua santa
e la Madonna)
La pila... la colonna... "A piè della
Madonna" mi scrisse mia sorella...
(vi si avvicina,
cerca ai piedi della Madonna e ne ritira,
con un soffocato grido di gioia, una chiave)
Ecco la chiave!... ed ecco la Cappella!
(addita la Cappella
Attavanti, febbrilmente introduce la chiave
nella serratura, apre la cancellata, penetra
nella Cappella, richiude... e scompare).
SCENA 2
SAGRESTANO
(appare dal fondo: va da destra a sinistra,
accudendo al governo della chiesa:
avrà in mano un mazzo di pennelli)
E sempre lava!... Ogni pennello è sozzo
peggio d'un collarin d'uno scagnozzo.
Signor pittore... Tò!...
(guarda verso
l'impalcato dove sta il quadro, e vedendolo
deserto, esclama sorpreso:)
Nessuno! - Avrei giurato che fosse ritornato
il Cavalier Cavaradossi.
(depone i pennelli, sale sull'impalcato,
guarda dentro il paniere, e dice:)
No, sbaglio. - Il paniere è intatto.
(scende
dall'impalcato. Suona l'Angelus. Il
Sagrestano si inginocchia e prega sommesso:)
Angelus Domini nuntiavit Mariae, Et concepit
de Spiritu Sancto.
Ecce ancilla Domini, Fiat mihi secundum
verbum tuum.
Et Verbum caro factum est, Et habitavit in
nobis...
SCENA 3
Cavaradossi -
Sagrestano.
CAVARADOSSI
(dalla porta
laterale, vedendo il Sagrestano in
ginocchio)
Che fai?
SAGRESTANO
(alzandosi)
Recito l'Angelus.
(Cavaradossi sale
sull' impalcato e scopre il quadro. È una
Maria Maddalena a grandi occhi azzurri con
una gran pioggia di capelli dorati. Il
pittore vi sta dinanzi muto attentamente
osservando.)
(Il Sagrestano,
volgendosi verso Cavaradossi e per
dirigergli la parola, vede il quadro
scoperto e dà un grido di meraviglia)
Sante ampolle! Il suo
ritratto!
CAVARADOSSI
(volgendosi al
Sagrestano)
Di chi?
SAGRESTANO
Di quell'ignota
che i dì passati a pregar qui venìa...
(con untuosa
attitudine accennando verso la Madonna dalla
quale Angelotti trasse la chiave)
Tutta devota - e pia. 2
CAVARADOSSI
(sorridendo)
È vero. E tanto ell'era infervorata nella
sua preghiera ch'io ne pinsi, non visto, il
bel sembiante.
SAGRESTANO
(scandalizzato)
(Fuori, Satana, fuori!)
CAVARADOSSI
(al Sagrestano)
Dammi i colori!
(Il Sagrestano
eseguisce. Cavaradossi dipinge con rapidità
e si sofferma spesso a riguardare il proprio
lavoro: il Sagrestano va e viene, portando
una catinella entro la quale continua a
lavare i pennelli.)
(A un tratto
Cavaradossi si ristà di dipingere; leva di
tasca un medaglione contenente una miniatura
e gli occhi suoi vanno dal medaglione al
quadro).
Recondita armonia di bellezze diverse!... È
bruna Floria, l'ardente amante mia...
SAGRESTANO
(a mezza voce, come
brontolando)
Scherza coi fanti e lascia stare i santi!
(s'allontana per
prendere l'acqua onde pulire i pennelli)
CAVARADOSSI
E te, beltade ignota, cinta di chiome
bionde!
Tu azzurro hai l'occhio, Tosca ha l'occhio
nero!
SAGRESTANO
(ritornando dal
fondo e sempre scandalizzato:)
Scherza coi fanti e lascia stare i santi!
(riprende a lavare
i pennelli)
CAVARADOSSI
L'arte nel suo mistero le diverse bellezze
insiem confonde; ma nel ritrar costei il mio
solo pensiero, Tosca, sei tu!
(continua a
dipingere)
SAGRESTANO
Queste diverse gonne che fanno concorrenza
alle Madonne mandan tanfo d'Inferno.
(asciuga i pennelli
lavati, non senza continuare a borbottare)
Scherza coi fanti e lascia stare i santi!
Ma con quei cani di volterriani nemici del
santissimo governo non s'ha da metter
voce!...
(pone la catinella
sotto l'impalcato ed i pennelli li colloca
in un vaso, presso al pittore)
Scherza coi fanti e lascia stare i santi!
(accennando a
Cavaradossi)
Già sono impenitenti tutti quanti!
Facciam piuttosto il segno della croce.
(eseguisce)
(a Cavaradossi)
Eccellenza, vado?
CAVARADOSSI
Fa il tuo piacere!
(continua a
dipingere)
SAGRESTANO
(indicando il
cesto)
Pieno è il paniere...
Fa penitenza?
CAVARADOSSI
Fame non ho.
SAGRESTANO
(con ironia,
stropicciandosi le mani)
Ah!... Mi rincresce!...
(ma non può
trattenere un gesto di gioia e uno sguardo
di avidità verso il cesto che prende
ponendolo un po' in disparte)
(fiuta due prese di tabacco)
Badi, quand'esce chiuda.
CAVARADOSSI
(dipingendo)
Va!...
SAGRESTANO
Vo!
(s'allontana per il fondo)
(Cavaradossi, volgendo le spalle alla
Cappella, lavora.
Angelotti, credendo deserta la chiesa,
appare dietro la cancellata e introduce la
chiave per aprire).
SCENA 4
Cavaradossi -
Angelotti. 3
CAVARADOSSI
(al cigolio della serratura si volta)
Gente là dentro!!...
(al movimento fatto
da Cavaradossi, Angelotti, atterrito, si
arresta come per rifugiarsi ancora nella
Cappella - ma - alzati gli occhi, un grido
di gioia, che egli soffoca tosto timoroso,
erompe dal suo petto. Egli ha riconosciuto
il pittore e gli stende le braccia come ad
un aiuto insperato)
ANGELOTTI
Voi? Cavaradossi!
Vi manda Iddio!
(Cavaradossi non
riconosce Angelotti e rimane attonito
sull'impalcato)
(Angelotti si avvicina di più onde farsi
riconoscere)
Non mi ravvisate?
(con tristezza)
Il carcere m'ha dunque assai
mutato!
CAVARADOSSI
(riconoscendolo,
depone rapido tavolozza e pennelli e scende
dall'impalcato verso Angelotti, guardandosi
cauto intorno)
Angelotti! Il Console della spenta
repubblica romana!
(corre a chiudere
la porta a destra)
ANGELOTTI
(con mistero)
(andando incontro a Cavaradossi)
Fuggii pur ora da Castel
Sant'Angelo!...
CAVARADOSSI
(generosamente)
Disponete di me!
voce di TOSCA
Mario!
(alla voce di
Tosca, Cavaradossi fa un rapido cenno ad
Angelotti di tacere)
CAVARADOSSI
Celatevi!
È una donna... gelosa. Un breve istante e la
rimando.
voce di TOSCA
Mario!
CAVARADOSSI
(verso la porta da
dove viene la voce di Tosca)
Eccomi!
ANGELOTTI
(colto da un
accesso di debolezza si appoggia
all'impalcato e dice dolorosamente:)
Sono stremo di forze, più non reggo...
CAVARADOSSI
(rapidissimo, sale
sull'impalcato, ne discende col paniere e lo
dà ad Angelotti)
In questo panier v'è cibo e vino!
ANGELOTTI
Grazie!
CAVARADOSSI
(incoraggiando
Angelotti, lo spinge verso la Cappella)
Presto!
(Angelotti entra
nella Cappella.)
SCENA 5.
Cavaradossi
- Tosca.
voce di
TOSCA
(chiamando
ripetutamente stizzita)
Mario!
CAVARADOSSI
(fingendosi calmo
apre a Tosca)
Son qui!
TOSCA
(entra con una
specie di violenza, allontana bruscamente
Mario che vuole abbracciarla e guarda
sospettosa intorno a sé)
Perché chiuso?
CAVARADOSSI
(con simulata
indifferenza)
Lo vuole il Sagrestano...
TOSCA
A chi parlavi?
CAVARADOSSI
A te!
TOSCA
Altre parole bisbigliavi.
Ov'è?...
CAVARADOSSI
Chi?
TOSCA
Colei!... Quella donna!...
Ho udito i lesti
passi ed un fruscio di vesti...
CAVARADOSSI
Sogni!
TOSCA
Lo neghi? 4
CAVARADOSSI
Lo nego e t'amo!
(fa per baciarla)
TOSCA
(con dolce
rimprovero)
Oh! Innanzi alla Madonna...
No, Mario mio, lascia pria che la preghi,
che l'infiori...
(si avvicina
lentamente alla Madonna, dispone con arte,
intorno ad essa, i fiori che ha portato con
sé, si inginocchia e prega con molta
devozione, segnandosi, poi s'alza)
(a Cavaradossi, che
intanto si è avviato per riprendere il
lavoro)
Ora stammi a sentir - stasera canto, ma è
spettacolo breve. - Tu m'aspetti sull'uscio
della scena e alla tua villa andiam soli,
soletti.
CAVARADOSSI
(che fu sempre
soprapensieri)
Stasera!
TOSCA
È luna piena
e il notturno effluvio floreal inebria il
cor! - Non sei
contento?
(si siede sulla
gradinata presso a Cavaradossi)
CAVARADOSSI
(ancora un po'
distratto e peritoso)
Tanto!
TOSCA
(colpita da
quell'accento)
Tornalo a dir!
CAVARADOSSI
Tanto!
TOSCA
(stizzita)
Lo dici male:
Non la sospiri la nostra casetta che tutta
ascosa nel verde ci aspetta?
Nido a noi sacro, ignoto al mondo inter,
pien d'amore e di mister?
Al tuo fianco sentire per le silenziose
stellate ombre, salir le voci delle cose!...
Dai boschi e dai roveti, dall'arse erbe,
dall'imo dei franti sepolcreti odorosi di
timo, la notte escon bisbigli di minuscoli
amori e perfidi consigli che ammolliscono i
cuori.
Fiorite, o campi immensi, palpitate aure
marine nel lunare albor, piovete voluttà,
volte stellate!
Arde a Tosca folle amor!
(reclinando la
testa sulla spalla di Cavaradossi)
CAVARADOSSI
(vinto, ma
vigilante)
Mi avvinci nei tuoi lacci mia sirena, mia
sirena, verrò!
(guarda verso la
parte d'onde uscì Angelotti)
Or lasciami al lavoro.
TOSCA
(sorpresa)
Mi discacci?
CAVARADOSSI
Urge l'opra, lo sai!
TOSCA
(stizzita,
alzandosi)
Vado! Vado!
(s'allontana un poco da Cavaradossi, poi
voltandosi per guardarlo, vede il quadro, ed
agitatissima ritorna verso Cavaradossi)
Chi è quella donna bionda lassù?
CAVARADOSSI
(calmo)
La Maddalena.
Ti piace?
TOSCA
È troppo bella!
CAVARADOSSI
(ridendo ed
inchinandosi)
Prezioso elogio!
TOSCA
(sospettosa)
Ridi?
Quegli occhi cilestrini già li
vidi...
CAVARADOSSI
(con indifferenza)
Ce n'è tanti pel mondo!...
TOSCA
(cercando di
ricordare)
Aspetta... Aspetta...
(sale
sull'impalcato)
(trionfante)
E l'Attavanti!...
CAVARADOSSI
(ridendo)
Brava!...
TOSCA
(vinta dalla
gelosia)
La vedi? T'ama?
(piangendo)
Tu l'ami?... 5
CAVARADOSSI
(procura di
calmarla)
Fu puro caso...
TOSCA
(non ascoltandolo,
con ira gelosa)
Quei passi e quel bisbiglio...
Ah! Qui stava pur ora!
CAVARADOSSI
Vien via!
TOSCA
Ah, la civetta!
(minacciosa)
A me, a me!
CAVARADOSSI
(serio)
La vidi ieri, ma fu puro caso...
A pregar qui venne... Non visto la ritrassi.
TOSCA
Giura!
CAVARADOSSI
(serio)
Giuro!
TOSCA
(sempre con gli
occhi rivolti al quadro)
Come mi guarda fiso!
CAVARADOSSI
(la spinge
dolcemente a scendere dalla gradinata. Essa
discende all'indietro tenendo alto le sue
mani in quelle di Cavaradossi. Tosca
scendendo ha sempre la faccia verso il
quadro cui Mario dà le spalle)
Vien via!
TOSCA
Di me beffarda, ride.
(sono scesi)
CAVARADOSSI
Follia!
(la tiene presso di
sé fissandola in viso)
Tosca
(con dolce
rimprovero)
Ah, quegli occhi!...
CAVARADOSSI
Quale occhio al mondo può star di paro
all'ardente occhio tuo nero?
È qui che l'esser mio s'affisa intero.
Occhio all'amor soave, all'ira fiero!
Qual altro al mondo può star di paro
all'occhio tuo nero!...
TOSCA
(rapita,
appoggiando la testa alla spalla di
Cavaradossi)
Oh, come la sai bene l'arte di farti amare!
(maliziosamente)
Ma... falle gli occhi neri!...
CAVARADOSSI
(teneramente)
Mia gelosa!
TOSCA
Sì, lo sento... ti tormento senza posa.
CAVARADOSSI
Mia gelosa!
TOSCA
Certa sono - del perdono se tu guardi al mio
dolor!
CAVARADOSSI
Mia Tosca idolatrata, ogni cosa in te mi
piace; l'ira audace e lo spasimo d'amor!
TOSCA
Dilla ancora la parola che consola...
Dilla ancora!
CAVARADOSSI
Mia vita, amante inquieta, dirò sempre: "Floria,
t'amo!"
Ah ! l'alma acquieta, sempre "t'amo!" ti
dirò!
TOSCA
(sciogliendosi,
paurosa d'esser vinta)
Dio! quante peccata!
M'hai tutta spettinata!
CAVARADOSSI
Or va, lasciami!
TOSCA
Tu fino a stassera stai fermo al lavoro. E
mi prometti: sia caso o fortuna, sia treccia
bionda o bruna, a pregar non verrà donna
nessuna!
CAVARADOSSI
Lo giuro, amore!... Va!
TOSCA
Quanto m'affretti!
CAVARADOSSI
(con dolce
rimprovero vedendo rispuntare la gelosia)
Ancora?
TOSCA
(cadendo nelle sue
braccia e porgendogli la guancia)
No - perdona!... 6
CAVARADOSSI
(scherzoso)
Davanti alla Madonna?
TOSCA
(accennando alla
Madonna)
È tanto buona!
(si baciano.
Avviandosi ad uscire e guardando ancora il
quadro, maliziosamente gli dice:)
Ma falle gli occhi neri!...
(fugge rapidamente)
(Cavaradossi rimane
commosso e pensieroso)
SCENA 6
Cavaradossi
- Angelotti.
(Appena uscita
Tosca, Cavaradossi sta ascoltandone i passi
allontanarsi, poi con precauzione socchiude
l'uscio e guarda fuori. Visto tutto
tranquillo, corre alla Cappella. Angelotti
appare subito dietro la cancellata)
CAVARADOSSI
(aprendo la
cancellata ad Angelotti, che naturalmente ha
dovuto udire il dialogo precedente)
È buona la mia Tosca, ma credente al
confessor nulla tiene celato, ond'io mi
tacqui.
È cosa più prudente.
ANGELOTTI
Siam soli?
CAVARADOSSI
Sì. Qual è il vostro disegno?...
ANGELOTTI
A norma degli eventi, uscir di Stato o star
celato in Roma... Mia sorella...
CAVARADOSSI
L'Attavanti?
ANGELOTTI
Sì... ascose un muliebre abbigliamento là
sotto l'altare... Vesti, velo, ventaglio...
(si guarda intorno
con paura)
Appena imbruni indosserò quei panni...
CAVARADOSSI
Or comprendo!
Quel fare circospetto e il pregante fervore
in giovin donna e bella m'avean messo in
sospetto di qualche occulto amor!
Or comprendo!
Era amor di sorella!
ANGELOTTI
Tutto ella ha osato onde sottrarmi a
Scarpia, scellerato!
CAVARADOSSI
Scarpia?!
Bigotto satiro che affina
colle devote pratiche la foia libertina e
strumento al lascivo talento
(con forza
crescente)
fa il confessore e il boia!
La vita mi costasse, vi salverò!
Ma indugiar fino a notte è mal sicuro...
ANGELOTTI
Temo del sole!...
CAVARADOSSI
(indicando)
La cappella mette a un orto mal chiuso, poi
c'è un canneto che va lungi pei campi a una
mia villa.
ANGELOTTI
M'è nota...
CAVARADOSSI
Ecco la chiave... - innanzi sera io vi
raggiungo, - portate con voi le vesti
femminili...
ANGELOTTI
(raccoglie in
fascio le vestimenta sotto l'altare)
Ch'io le indossi?
CAVARADOSSI
Per or non monta, il sentier è deserto...
ANGELOTTI
(per uscire)
Addio!
CAVARADOSSI
(accorrendo verso
Angelotti)
Se urgesse il periglio, correte al pozzo del
giardin.
L'acqua è nel fondo, ma a mezzo della canna,
un picciol varco guida ad un antro oscuro,
rifugio impenetrabile e sicuro!
(un colpo di
cannone; i due si guardano agitatissimi)
ANGELOTTI
Il cannon del castello!...
CAVARADOSSI
Fu scoperta la fuga! 7
Or Scarpia i suoi sbirri
sguinzaglia!
ANGELOTTI
Addio!
CAVARADOSSI
(con subita
risoluzione)
Con voi verrò! Staremo all'erta!
ANGELOTTI
Odo qualcun!
CAVARADOSSI
(con entusiasmo)
Se ci assalgon, battaglia!
(escono rapidamente
dalla Cappella.)
SCENA 7
Sagrestano - Allievi e Cantori della
Cappella - Chierici - Confratelli.
SAGRESTANO
(entra correndo,
tutto scalmanato, gridando:)
Sommo giubilo,
Eccellenza!...
(guarda verso
l'impalcato e rimane sorpreso di non
trovarvi neppure questa volta il pittore)
Non c'è più! Ne son dolente!...
Chi contrista un miscredente si guadagna
un'indulgenza!
(accorrono da ogni
parte chierici, confratelli, allievi e
cantori della Cappella. Tutti costoro
entrano tumultuosamente)
Tutta qui la cantoria!
Presto !...
(altri allievi
entrano in ritardo e alla fine si radunano
tutti)
ALLIEVI
(colla massima
confusione)
Dove?
SAGRESTANO
(spinge alcuni
chierici)
In sagrestia...
ALCUNI
Ma che avvenne?
SAGRESTANO
Nol sapete?
(affannoso)
Bonaparte... scellerato...
Bonaparte...
Altri ALLIEVI
(si avvicinano al
sagrestano e lo attorniano, mentre accorrono
altri che si uniscono ai primi)
Ebben? Che fu?
SAGRESTANO
Fu spennato, sfracellato,
è piombato a Belzebù!
ALLIEVI,
Cantori, ecc.
Chi lo dice?
- È sogno!
- È fola!
SAGRESTANO
È veridica parola;
or ne giunse la notizia!
CORO
Si festeggi la vittoria!
SAGRESTANO
E questa sera gran fiaccolata veglia di gala
a Palazzo Farnese, ed un'apposita nuova
cantata con Floria Tosca!...
E nelle chiese inni al Signore!
Or via a vestirvi, non più clamor!
Via... via... in sagrestia!
TUTTI
(ridendo e gridando
gioiosamente, senza badare al Sagrestano che
inutilmente li spinge a
urtoni verso la sagrestia)
Doppio soldo... Te Deum...
Gloria!
Viva il Re!... Si festeggi la vittoria!
SCENA 8
Scarpia
- Sagrestano
-
Cantori
- Allievi,
ecc.
Spoletta
- Birri.
(Le loro grida e le
loro risa sono al colmo, allorché una voce
ironica tronca bruscamente
quella gazzarra volgare di canti e risa. È
Scarpia: dietro a lui Spoletta e alcuni
sbirri)
SCARPIA
(con grande
autorità)
Un tal baccano in chiesa!
Bel rispetto!
SAGRESTANO
(balbettando
impaurito)
Eccellenza! il gran giubilo...
SCARPIA
Apprestate per il te Deum.
(tutti
s'allontanano mogi; anche il Sagrestano fa
per cavarsela, ma Scarpia bruscamente lo
trattiene)
Tu resta!
SAGRESTANO
(impaurito)
Non mi muovo! 8
SCARPIA
(a Spoletta)
E tu va, fruga ogni angolo, raccogli ogni
traccia
SPOLETTA
Sta bene!
(fa cenno a due
sbirri di seguirlo)
SCARPIA
(ad altri sbirri
che eseguiscono)
Occhio alle porte, senza dar sospetti!
(al Sagrestano)
Ora a te! Pesa le tue risposte. Un
prigionier di Stato fuggì pur ora da Castel
Sant'Angelo...
(energico)
S'è rifugiato qui...
SAGRESTANO
Misericordia!
SCARPIA
Forse c'è ancora. Dov'è la Cappella degli
Attavanti?
SAGRESTANO
Eccola.
(va al cancello e
lo vede socchiuso)
Aperta! Arcangeli! E un'altra chiave!
SCARPIA
Buon indizio... Entriamo.
(entrano nella
Cappella, poi ritornano: Scarpia, assai
contrariato, ha fra le mani un ventaglio
chiuso che agita nervosamente)
(fra sé)
Fu grave sbaglio quel colpo di cannone! Il
mariolo spiccato ha il volo, ma lasciò una
preda... preziosa... un ventaglio.
(agitandolo in
aria)
Qual complice il misfatto preparò?
(resta alquanto
pensieroso, poi guarda attentamente il
ventaglio; ad un tratto egli vi scorge uno
stemma, e vivamente esclama:)
La marchesa Attavanti!... Il suo stemma!...
(guarda intorno, scrutando ogni angolo della
chiesa: i suoi occhi si arrestano
sull'impalcato, sugli arnesi del pittore,
sul quadro... e il noto viso dell'Attavanti
gli appare riprodotto nel volto della santa)
Il suo ritratto!
(al sagrestano)
Chi fe' quelle pitture?
SAGRESTANO
(ancor più invaso
dalla paura)
Il cavalier Cavaradossi...
SCARPIA
Lui!
(uno degli sbirri
che seguì Scarpia, torna dalla Cappella
portando il paniere che
Cavaradossi diede ad Angelotti)
SAGRESTANO
(vedendolo)
Numi! Il paniere!
SCARPIA
(seguitando le sue
riflessioni)
Lui! L'amante di Tosca!
Un uom sospetto!
Un volterrian!
SAGRESTANO
(che avrà esaminato
il paniere, con gran sorpresa esclama:)
Vuoto?... Vuoto!...
SCARPIA
Che hai detto?
(vede lo sbirro col
paniere)
Che fu?...
SAGRESTANO
(prendendo il
paniere)
Si ritrovò nella Cappella questo panier.
SCARPIA
Tu lo conosci?
SAGRESTANO
Certo!
(è esitante e
pauroso)
È il cesto del pittor... ma... nondimeno...
SCARPIA
Sputa quello che sai.
SAGRESTANO
(sempre più
impaurito e quasi piangendo gli mostra il
paniere vuoto)
Io lo lasciai ripieno di cibo prelibato...
Il pranzo del pittor!...
SCARPIA
(attento,
inquirente per scoprir terreno)
Avrà pranzato!
SAGRESTANO
Nella Cappella?
(facendo cenno di
no colla mano)
Non ne avea la chiave né contava pranzar...
disse egli stesso.
Onde l'avea già messo... 9
al riparo.
(mostra dove aveva
riposto il paniere e ve lo lascia)
(impressionato dal severo e silente contegno
di Scarpia)
(Libera me Domine!)
(pausa)
SCARPIA
(Or tutto è
chiaro... la provvista - del sacrista
d'Angelotti fu la preda!)
(scorgendo Tosca che entra nervosissima)
Tosca? Che non mi veda.
(appena vista
entrare Tosca, si è abilmente nascosto
dietro la colonna ov'è la pila dell'acqua
benedetta, facendo imperioso cenno di
rimanere al Sagrestano; il quale, tremante,
imbarazzato, si reca vicino al palco del
pittore)
(Per ridurre un geloso allo sbaraglio Jago
ebbe un fazzoletto... ed io un
ventaglio!...)
SCENA 9
Tosca -
Scarpia
- Sagrestano
TOSCA
(Va dritta
all'impalcato, ma non trovandovi Cavaradossi,
sempre in grande agitazione va a cercarlo
nella navata principale della chiesa)
Mario?! Mario?!
SAGRESTANO
(che si trova ai
piedi dell'impalco, avvicinandosi a Tosca)
Il pittor Cavaradossi?
Chi sa dove sia?
Svanì, sgattaiolò per sua stregoneria.
(se la svigna)
TOSCA
Ingannata? No!... no!...
Tradirmi egli non può!
(quasi piangendo)
SCARPIA
(ha girato la
colonna e si presenta a Tosca, sorpresa del
suo subito apparire. Intinge le dita nella
pila e le offre l'acqua benedetta; fuori
suonano le campane che invitano alla chiesa)
Tosca gentile la mano mia la vostra aspetta,
piccola manina, non per galanteria ma per
offrirvi l'acqua benedetta.
TOSCA
(tocca le dita di
Scarpia e si fa il segno della croce)
Grazie, signor!
SCARPIA
Un nobile esempio è il vostro. Al cielo
piena di santo zelo attingete dell'arte il
magistero che la fede ravviva!
TOSCA
(distratta e
pensosa)
Bontà vostra...
(cominciano ad
entrare in chiesa ed a recarsi verso il
fondo alcuni popolani)
SCARPIA
Le pie donne son rare...
Voi calcate la scena...
(con intenzione)
E in chiesa ci venite per pregar...
TOSCA
(sorpresa)
Che intendete?...
SCARPIA
E non fate come certe sfrontate che han di
Maddalena
(indica il
ritratto)
viso e costumi...
(con intenzione
marcata)
e vi trescan d'amore!
TOSCA
(scatta pronta)
Che? D'amore? Le prove!
SCARPIA
(mostrandole il
ventaglio)
È arnese da pittore questo?
TOSCA
(lo afferra)
Un ventaglio? Dove stava?
(entrano alcuni
contadini)
SCARPIA
Là su quel palco. Qualcun venne certo a
sturbar gli amanti ed essa nel fuggir perdé
le penne!...
TOSCA
(esaminando il
ventaglio)
La corona! Lo stemma! È l'Attavanti!
Presago sospetto!...
SCARPIA
(Ho sortito
l'effetto!)
TOSCA
(con grande
sentimento, trattenendo a stento le lagrime,
dimentica del luogo e di
Scarpia) 10
Ed io venivo a lui tutta dogliosa per
dirgli: invan stassera, il ciel s'infosca...
l'innamorata Tosca è prigioniera... dei
regali tripudi.
(entra un gruppo di
pastori e ciociare)
SCARPIA
(Già il veleno l'ha
rosa!)
(mellifluo a Tosca)
O che v'offende, dolce signora?...
Una ribelle lagrima scende sovra le belle
guancie e le irrora; dolce signora, che mai
v'accora?
TOSCA
Nulla!
(vari Nobili
Signori accompagnano alcune donne)
SCARPIA
(con marcata
intenzione)
Darei la vita per asciugar
quel pianto.
TOSCA
(non ascoltandolo)
Io qui mi struggo e intanto d'altra in
braccio le mie smanie deride!
SCARPIA
(Morde il veleno!)
(entrano alcuni
borghesi alla spicciolata)
TOSCA
(con grande
amarezza)
Dove son? Potessi coglierli, i traditori!
(sempre più
crucciosa)
Oh qual sospetto!
Ai doppi amori è la villa ricetto!
(con immenso
dolore)
Traditor!
Oh mio bel nido insozzato di
fango!
(con pronta
risoluzione)
Vi piomberò inattesa!
(rivolta al quadro,
minacciosa)
Tu non l'avrai stasera.
Giuro!
SCARPIA
(scandalizzato,
quasi rimproverandola)
In chiesa!
TOSCA
Dio mi perdona... Egli vede ch'io piango!
(piange
dirottamente; Scarpia la sorregge
accompagnandola all'uscita,
fingendo di rassicurarla)
(appena uscita
Tosca, la chiesa poco a poco va sempre
più popolandosi. La folla si raggruppa
nel fondo, in attesa del Cardinale; alcuni
inginocchiati pregano)
SCARPIA
(dopo aver
accompagnato Tosca, ritorna presso la
colonna e fa un cenno: subito si presenta
Spoletta)
Tre sbirri... Una carrozza... Presto!...
seguila dovunque vada!... non visto!...
provvedi!
SPOLETTA
Sta bene! Il convegno?
SCARPIA
Palazzo Farnese!
(Spoletta parte
rapidamente con tre sbirri)
(con un sorriso sardonico)
Va, Tosca! Nel tuo cuor s'annida Scarpia!...
È Scarpia che scioglie a volo il falco della
tua gelosia.
Quanta promessa nel tuo pronto sospetto!
(esce il corteggio
che accompagna il Cardinale all'altare
maggiore: isoldati svizzeri fanno far largo
alla folla, che si dispone su due ali)
(Scarpia s'inchina e prega al passaggio del
Cardinale)
(il Cardinale benedice la folla che
reverente
s'inchina)
CAPITOLO
Adjutorum nostrum in
nomine Domini
FOLLA
Qui fecit coelum et terram
CAPITOLO
Sit nomen Domini benedictum
FOLLA
Et hoc nunc et usquem in saeculum.
SCARPIA
(con ferocia)
A doppia mira tendo il voler, né il capo del
ribelle è la più preziosa. Ah di quegli
occhi vittoriosi veder la fiamma
(con passione
erotica)
illanguidir con spasimo d'amor, fra le mie
braccia...
(ferocemente)
L'uno al capestro, l'altra fra le mie
braccia... 11
(resta immobile
guardando nel vuoto)
(Tutta la folla è rivolta verso l'altare
maggiore; alcuni s'inginocchiano)
FOLLA
Te Deum laudamus:
Te Dominum confitemur!
SCARPIA
(riavendosi come da
un sogno)
Tosca, mi fai dimenticare Iddio!
(s'inginocchia e
prega con entusiasmo religioso)
TUTTI
Te aeternum Patrem omnis terra veneratur!
ATTO SECONDO
La camera di Scarpia al piano superiore del
Palazzo Farnese.
Tavola imbandita.
Un'ampia finestra verso il cortile del
Palazzo. È notte.
SCENA 1
SCARPIA
(è seduto alla
tavola e vi cena. Interrompe a tratti la
cena per riflettere. Guarda l'orologio: è
smanioso e pensieroso)
Tosca è un buon falco!... Certo a quest'ora
i miei segugi le due prede azzannano!
Doman sul palco vedrà l'aurora Angelotti e
il bel Mario al laccio pendere.
(suona - entra
Sciarrone)
Tosca è a palazzo?...
SCIARRONE
Un ciambellan ne uscia
pur ora in traccia...
SCARPIA
(accenna la
finestra)
Apri. - Tarda è la notte...
(dal piano
inferiore - ove la Regina di Napoli, Maria
Carolina, dà una grande festa in onore di
Melas – si ode il suonare di un'orchestra)
Alla cantata ancor manca la Diva, e
strimpellan gavotte.
(a Sciarrone)
Tu attenderai la Tosca in sull'entrata; le
dirai ch'io l'aspetto finita la cantata...
(Sciarrone fa per
andarsene)
O meglio...
(si alza e va a
scrivere in fretta un biglietto)
Le darai questo biglietto.
(Sciarrone esce)
(torna alla tavola e mescendosi da bere
dice:)
Ella verrà... per amor del suo Mario!
Per amor del suo Mario... al piacer mio
s'arrenderà. Tal dei profondi amori, è la
profonda miseria. Ha più forte sapore la
conquista violenta che il mellifluo
consenso. Io di sospiri e di lattiginose
albe lunari poco mi appago. Non so trarre
accordi di chitarra, né oroscopo di
fior
(sdegnosamente)
né far l'occhio di pesce, o tubar come
tortora!
(s'alza, ma non si
allontana dalla tavola)
Bramo. - La cosa bramata perseguo, me ne
sazio e via la getto... volto a nuova esca.
Dio creò diverse beltà e vini diversi... Io
vo' gustar quanto più posso dell'opra
divina!
(beve)
SCIARRONE
(entrando)
Spoletta è giunto.
SCARPIA
(eccitatissimo,
gridando)
Entri. In buon punto!
(Sciarrone esce per
chiamare Spoletta, che accompagna nella
sala, rimanendo poi presso la porta del
fondo)
SCENA 2
Scarpia
- Spoletta
- Sciarrone.
SCARPIA
(si siede e
tutt'occupato a cenare, interroga intanto
Spoletta senza guardarlo)
O galantuomo, come andò la caccia?...
SPOLETTA
(avanzandosi un
poco ed impaurito)
(Sant'Ignazio m'aiuta!)
Della signora seguimmo la traccia.
Giunti a un'erma villetta 12tra le fratte
perduta... ella v'entrò. N'escì sola ben
presto.
Allor scavalco lesto il muro del giardin coi
miei cagnotti e piombo in casa...
SCARPIA
Quel bravo Spoletta!
SPOLETTA
(esitando)
Fiuto!... razzolo!... frugo!...
SCARPIA
(si avvede
dell'indecisione di Spoletta e si leva
ritto, pallido d'ira, le ciglia corrugate)
Ah! L'Angelotti?...
SPOLETTA
Non s'è trovato.
SCARPIA
(furente)
Ah cane! Ah traditore!
Ceffo di basilisco,
(gridando)
alle forche!
SPOLETTA
(tremante, cerca di
scongiurare la collera di Scarpia)
Gesù!
(timidamente)
C'era il pittor...
SCARPIA
(interrompendolo)
Cavaradossi?
SPOLETTA
(accenna di sì, ed
aggiunge pronto:)
Ei sa dove l'altro s'asconde...
Ogni suo gesto, ogni accento tradìa tal
beffarda ironia, ch'io lo trassi in arresto!
SCARPIA
(con sospiro di
soddisfazione)
Meno male!
SPOLETTA
(accenna
all'anticamera)
Egli è là.
(Scarpia passeggia
meditando: ad un tratto si arresta:
dall'aperta finestra odesi la cantata
eseguita dai Cori nella sala della Regina)
TOSCA e
Coro
interno
Sale, ascende l'uman cantico,
Varca spazi, varca cieli, per ignoti soli
empirei, profetati dai vangeli, A te giunge
o re dei re, questo canto voli a te.
A te quest'inno voli sommo Iddio della
vittoria.
Dio che fosti innanzi ai secoli
Alle cantiche degli angeli
Quest'inno di gloria
Or voli a te!
Sale, ascende l'uman cantico,
Varca spazi, varca cieli, a te giunge o re
dei re.
SCARPIA
(dunque Tosca è
tornata - è là sotto di lui... gli balena
un'idea e subito dice a Spoletta:)
Introducete il Cavaliere.
(Spoletta esce)
(a Sciarrone)
A me Roberti e il Giudice del Fisco.
(Sciarrone esce.
Scarpia siede di nuovo a tavola.)
SCENA 3
Spoletta e quattro sbirri introducono Mario
Cavaradossi.
Poi Roberti, esecutore di Giustizia, il
Giudice del Fisco con uno Scrivano e
Sciarrone.
CAVARADOSSI
(altero,
avanzandosi con impeto)
Tal violenza!...
SCARPIA
(con studiata
cortesia)
Cavalier, vi piaccia accomodarvi...
CAVARADOSSI
Vo' saper...
SCARPIA
(accennando una
sedia al lato opposto della tavola)
Sedete...
CAVARADOSSI
(rifiutando)
Aspetto.
SCARPIA
E sia!
(guarda fisso
Cavaradossi, prima di interrogarlo)
V'è noto che un prigione...
(odesi la voce di
Tosca che prende parte alla Cantata)
CAVARADOSSI
(commosso)
La sua voce!... 13
SCARPIA
(che si era
interrotto all'udire la voce di Tosca,
riprende)
... v'è noto che un prigione oggi è fuggito
da Castel Sant'Angelo?
CAVARADOSSI
Ignoro.
SCARPIA
Eppur, si pretende che voi l'abbiate accolto
in Sant'Andrea, provvisto di cibo e di
vesti...
CAVARADOSSI
(risoluto)
Menzogna!
SCARPIA
(continuando a
mantenersi calmo)
... e guidato ad un vostro
podere suburbano...
CAVARADOSSI
Nego. - Le prove?
SCARPIA
(mellifluo)
Un suddito fedele...
CAVARADOSSI
Al fatto. Chi mi accusa?
(ironico)
I vostri sbirri invan frugâr la villa.
SCARPIA
Segno che è ben celato.
CAVARADOSSI
Sospetti di spia!
SPOLETTA
(offeso,
interviene)
Alle nostre ricerche egli rideva...
CAVARADOSSI
E rido ancor!
SCARPIA
(terribile,
alzandosi)
Questo è luogo di lacrime!
(minaccioso)
Badate!
(nervosissimo)
Or basta! Rispondete!
(irritato e
disturbato dalle voci della Cantata va a
chiudere la finestra: poi si rivolge
imperioso a Cavaradossi:)
Dov'è Angelotti?
CAVARADOSSI
Non lo so.
SCARPIA
Negate avergli dato cibo?
CAVARADOSSI
Nego!
SCARPIA
E vesti?
CAVARADOSSI
Nego!
SCARPIA
E asilo nella villa?
E che là sia nascosto?
CAVARADOSSI
(con forza)
Nego! nego!
SCARPIA
(quasi
paternamente, ritornando calmo)
Via, Cavaliere, riflettete: saggia non è
cotesta ostinatezza vostra.
Angoscia grande, pronta confessione eviterà!
Io vi consiglio, dite: dov'è dunque
Angelotti?
CAVARADOSSI
Non lo so.
SCARPIA
Ancor,
l'ultima volta: dov'è?
CAVARADOSSI
Nol so!
SPOLETTA
(O bei tratti di
corda!)
SCENA 4
Tosca, entra affannosa.
SCARPIA
(vedendo Tosca)
(Eccola!)
TOSCA
(vede Cavaradossi e
corre ad abbracciarlo)
Mario?! tu qui?
CAVARADOSSI
(sommessamente)
(Di quanto là vedesti, taci, o m'uccidi!)
(Tosca accenna che ha capito)
SCARPIA
(con solennità)
Mario Cavaradossi, qual testimone il Giudice
vi aspetta.
(a Roberti)
Pria le forme ordinarie...
Indi... ai miei cenni...
(Fa cenno a
Sciarrone di aprire l'uscio che dà alla
camera della tortura. Il Giudice vi entra e
gli altri lo seguono, rimanendo)
14
Tosca e
Scarpia.
(Spoletta si ritira
presso alla porta in fondo alla sala)
(Sciarrone chiude l'uscio. Tosca fa un atto
di grande sorpresa: Scarpia, studiatamente
gentile, la rassicura)
SCARPIA
(con galanteria)
Ed or fra noi da buoni amici.
Via quell'aria sgomentata...
(accenna a Tosca di
sedere)
TOSCA
(siede con calma
studiata)
Sgomento alcun non ho...
SCARPIA
La storia del ventaglio?
(passa dietro al
canapè sul quale è seduta Tosca e vi si
appoggia, parlando sempre con galanteria)
TOSCA
(con simulata
indifferenza)
Fu sciocca gelosia...
SCARPIA
L'Attavanti non era dunque alla villa?
TOSCA
No: egli era solo.
SCARPIA
Solo?
(indagando con
malizia)
Ne siete ben sicura?
TOSCA
Nulla sfugge ai gelosi. Solo!
solo!
(con insistenza
stizzosa)
SCARPIA
(prende una sedia,
la porta di fronte a Tosca, vi si siede e la
guarda fissamente)
Davver?!
TOSCA
(irritata)
Solo, sì!
SCARPIA
Quanto fuoco!
Par che abbiate paura di tradirvi.
(rivolgendosi verso
l'uscio della camera della tortura
chiamando)
Sciarrone, che dice il Cavalier?
SCIARRONE
(apparendo sul
limitare dell'uscio)
Nega.
SCARPIA
(a voce più alta
verso l'uscio aperto)
Insistiamo.
(Sciarrone rientra
nella camera della tortura, chiudendone
l'uscio)
TOSCA
(ridendo)
Oh, è inutil!
SCARPIA
(seriissimo, si
alza e passeggia)
Lo vedremo, signora.
TOSCA
(lentamente, con
sorriso ironico)
Dunque, per compiacervi, si dovrebbe mentir?
SCARPIA
No, ma il vero potrebbe abbreviargli un'ora
assai penosa...
TOSCA
(sorpresa)
Un'ora penosa? Che vuol dir?
Che avviene in quella stanza?
SCARPIA
È forza che si adempia la legge.
TOSCA
Oh! Dio!... Che avvien?!!
SCARPIA
(con espressione di
ferocia e con forza crescente)
Legato mani e piè il vostro amante ha un
cerchio uncinato alle tempia, che ad ogni
niego ne sprizza sangue senza mercè!
TOSCA
(balza in piedi)
Non è ver, non è ver!
Sogghigno di demone...
(ascolta con grande
ansietà, le mani nervosamente avvinghiate
alla spalliera del canapè)
La voce di
CAVARADOSSI
Ahimè!
(gemito prolungato)
TOSCA
Un gemito? Pietà, pietà!
SCARPIA
Sta in voi di salvarlo.
TOSCA
Ebben... ma cessate! 15
SCARPIA
(va presso
all'uscio)
Sciarrone, sciogliete!
SCIARRONE
(si presenta sul
limitare)
Tutto?
SCARPIA
Tutto.
(Sciarrone entra di
nuovo nella camera della tortura, chiudendo)
(a Tosca)
Ed or la vertà...
TOSCA
Ch'io lo veda!
SCARPIA
No!
TOSCA
(riesce ad
avvicinarsi all'uscio)
Mario!
La voce di
CAVARADOSSI
(dolorosamente)
Tosca!
TOSCA
Ti fanno male ancor?
La voce di
CAVARADOSSI
No - Coraggio! - Taci! - Sprezzo il dolor!
SCARPIA
(avvicinandosi a
Tosca)
Orsù, Tosca, parlate.
TOSCA
(rinfrancata dalle
parole di Cavaradossi)
Non so nulla!
SCARPIA
Non vale quella prova? Roberti,
ripigliamo...
(fa per avvicinarsi
all'uscio)
TOSCA
(si mette fra
l'uscio e Scarpia, per impedire che dia
l'ordine)
No! Fermate!
SCARPIA
Voi parlerete?
TOSCA
No... mostro!
Lo strazi... l'uccidi!
SCARPIA
Lo strazia quel vostro silenzio assai più.
TOSCA
Tu ridi... all'orrida pena?
SCARPIA
(con entusiasmo)
Mai Tosca alla scena più tragica fu!
(Tosca, inorridita,
si allontana da Scarpia che, preso da
subitaneo senso di ferocia, si rivolga a
Spoletta)
SCARPIA
(gridando)
Aprite le porte che n'oda i lamenti!
(Spoletta apre
l'uscio e sta ritto sulla soglia)
La voce di
CAVARADOSSI
Vi sfido!
SCARPIA
(gridando a Roberti)
Più forte! Più forte!
La voce di
CAVARADOSSI
Vi sfido!
SCARPIA
(a Tosca)
Parlate...
TOSCA
Che dire?
SCARPIA
Su, via!
TOSCA
Ah! non so nulla!
(disperata)
dovrei mentir?
SCARPIA
(insistendo)
Dite dov'è Angelotti? parlate su, via, dove
celato sta?
TOSCA
No! - Ah! Più non posso! - Che orror!
Cessate il martîr! È troppo
il soffrir!
La voce di
CAVARADOSSI
Ahimè!
TOSCA
(si rivolge ancora
supplichevole a Scarpia, il quale fa cenno a
Spoletta di lasciare avvicinare Tosca:
questa va presso all'uscio aperto ed
esterrefatta alla vista dell'orribile scena,
si rivolge a Cavaradossi col massimo
dolore:)
Mario, consenti 16
ch'io parli?
La voce di
CAVARADOSSI
(spezzata)
No, no.
TOSCA
(con insistenza)
Ascolta, non posso più...
La voce di
CAVARADOSSI
Stolta, che sai?... che puoi
dir?...
SCARPIA
(irritatissimo per
le parole di Cavaradossi e temendo che da
queste Tosca sia ancora incoraggiata a
tacere, grida terribile a Spoletta:)
Ma fatelo tacere!
(Spoletta entra
nella camera della tortura e n'esce poco
dopo, mentre Tosca, vinta dalla
terribile commozione, cade prostrata sul
canapè e con voce singhiozzante si rivolge a
Scarpia che sta impassibile e silenzioso.)
TOSCA
Che v'ho fatto in vita mia?
Son io che così torturate!...
Torturate l'anima...
(scoppia in
singhiozzi, mormorando:)
Sì, l'anima mi torturate!
SPOLETTA
(brontolando in
attitudine di preghiera)
Judex ergo, cum sedebit, Quidquid latet
apparebit, Nil inultum remanebit.
(Scarpia,
profittando dell'accasciamento di Tosca, va
presso la camera della tortura e fa cenno di
ricominciare il supplizio - un grido
orribile si fa udire - Tosca si alza di
scatto e subito con voce soffocata dice
rapidamente a Scarpia:)
TOSCA
Nel pozzo... nel giardino...
SCARPIA
Là è Angelotti?...
TOSCA
(soffocato)
Sì.
SCARPIA
(forte, verso la
camera della tortura)
Basta, Roberti.
SCIARRONE
(che ha aperto
l'uscio)
E svenuto!
TOSCA
(a Scarpia)
Assassino!
Voglio vederlo.
SCARPIA
Portatelo qui!...
(Sciarrone rientra
e subito appare Cavaradossi svenuto, portato
dai birri che lo depongono sul canapè. Tosca
corre a lui, ma l'orrore della vista
dell'amante insanguinato è così forte,
ch'essa sgomentata si copre il volto per non
vederlo poi, vergognosa di questa sua
debolezza, si inginocchia presso di lui,
baciandolo e piangendo. Sciarrone, il
Giudice, Roberti, lo Scrivano escono dal
fondo, mentre, ad un cenno di Scarpia,
Spoletta ed i birri si fermano)
CAVARADOSSI
(riavendosi)
Floria!
TOSCA
(coprendolo di
baci)
Amore...
CAVARADOSSI
Sei tu?
TOSCA
(caldamente)
Quanto hai penalo anima mia!.. Ma il giusto
Iddio lo punirà!
CAVARADOSSI
Tosca, hai parlato?
TOSCA
No, amor...
CAVARADOSSI
Davvero?...
SCARPIA
(a Spoletta con
autorità)
Nel pozzo del giardino. - Va,
Spoletta!
(Spoletta esce:
Cavaradossi, che ha udito, si leva
minaccioso contro Tosca; poi le forze
l'abbandonano e si lascia cadere sul canapè,
esclamando con rimprovero pieno di amarezza
verso Tosca:) 17
CAVARADOSSI
M'hai tradito!
TOSCA
(supplichevole)
Mario!
CAVARADOSSI
(respingendo Tosca
che si abbraccia stretta a lui)
Maledetta!
(Sciarrone, a un
tratto, irrompe tutto affannoso)
SCIARRONE
Eccellenza! quali nuove!...
SCARPIA
(sorpreso)
Che vuol dir quell'aria
afflitta?
SCIARRONE
Un messaggio di sconfitta...
SCARPIA
Che sconfitta? Come?
Dove?
SCIARRONE
A Marengo...
SCARPIA
(impazientito,
gridando)
Tartaruga!
SCIARRONE
Bonaparte è vincitor!
SCARPIA
Melas...
SCIARRONE
No! Melas è in fuga!...
(Cavaradossi, che
con ansia crescente ha udito le parole di
Sciarrone, trova nel proprio
entusiasmo la forza di alzarsi minaccioso in
faccia a Scarpia)
CAVARADOSSI
Vittoria! Vittoria!
L'alba vindice appar che fa gli empi tremar!
Libertà sorge, crollan tirannidi!
Del sofferto martîr me vedrai qui gioir...
Il tuo cor trema, o Scarpia, carnefice!
(Tosca,
disperatamente aggrappandosi a Cavaradossi,
tenta, con parole interrotte, di farlo
tacere)
TOSCA
Mario, taci, pietà di me!
SCARPIA
(fissa cinicamente
Cavaradossi)
Braveggia, urla! - T'affretta a palesarmi il
fondo dell'alma ria!
Va! - Moribondo, il capestro t'aspetta!
(ed irritato per le
parole di Cavaradossi, grida ai birri:)
Portatemelo via!
(Sciarrone ed i
birri s'impossessano di Cavaradossi e lo
trascinano verso la porta – Tosca con un
supremo sforzo tenta di tenersi stretta a
Cavaradossi, ma invano: essa è brutalmente
respinta)
TOSCA
Mario... con te...
(i birri conducono
via Cavaradossi; li segue Sciarrone: Tosca
si avventa per seguir Cavaradossi, ma
Scarpia si colloca innanzi la porta e la
chiude, respingendo Tosca)
SCARPIA
Voi no!
SCENA 5
Tosca -
Scarpia.
TOSCA
(come un gemito)
Salvatelo!
SCARPIA
Io?... Voi!
(si avvicina alla
tavola, vede la sua cena lasciata a mezzo e
ritorna calmo e sorridente)
La povera mia cena fu interrotta.
(vede Tosca
abbattuta, immobile, ancora presso la porta)
Così accasciata?... Via, mia bella signora,
sedete qui. - Volete che cerchiamo insieme
il modo di salvarlo?
(Tosca si scuote e
lo guarda: Scarpia sorride sempre e si
siede, accennando in pari tempo di sedere a
Tosca)
E allor... sedete... e favelliamo.
(forbisce un
bicchiere col tovagliolo, quindi lo guarda a
traverso la luce del candelabro)
E intanto un sorso. È vin di Spagna...
(riempie il
bicchiere e lo porge a Tosca)
Un sorso 18
(con gentilezza)
per rincorarvi.
TOSCA
(siede in faccia a
Scarpia, guardandolo fissamente. Appoggiando
i gomiti sul tavolo, colle mani si sorregge
il viso, e coll'accento del più profondo
disprezzo chiede a Scarpia:)
Quanto?
SCARPIA
(imperturbabile,
versandosi da bere)
Quanto?
TOSCA
Il prezzo!...
SCARPIA
(ride)
Già - Mi dicon venal, ma a donna bella
(insinuante e con
intenzione)
non mi vendo a prezzo di moneta.
Se la giurata fede devo tradir... ne voglio
altra mercede.
Quest'ora io l'attendeva!
Già mi struggea l'amor della diva!
Ma poc'anzi ti mirai qual non ti vidi mai!
(eccitatissimo, si
alza)
Quel tuo pianto era lava ai sensi miei e il
tuo sguardo che odio in me dardeggiava, mie
brame inferociva!...
Agil qual leopardo ti avvinghiasti
all'amante;
Ah! In quell'istante t'ho giurata mia!...
Mia!
(si avvicina,
stendendo le braccia verso Tosca: questa,
che aveva ascoltato immobile, impietrita, le
lascive parole di Scarpia, s'alza di scatto
e si rifugia dietro il canapè)
TOSCA
Ah!
SCARPIA
(quasi
inseguendola)
Sì, t'avrò!...
TOSCA
(inorridita corre
alla finestra)
Piuttosto giù mi avvento!
SCARPIA
(freddamente)
In pegno il Mario tuo mi resta!...
TOSCA
Ah! miserabile...
l'orribile mercato!
(le balena l'idea
di recarsi presso la Regina e corre verso la
porta)
SCARPIA
(che ne indovina il
pensiero, si tira in disparte)
Violenza non ti farò. Sei libera.
Va pure.
(Tosca con un grido
di gioia fa per uscire: Scarpia con un gesto
e ridendo ironicamente la trattiene)
Ma è fallace speranza... la Regina farebbe
grazia ad un cadavere!
(Tosca retrocede
spaventata, e fissando Scarpia si lascia
cadere sul canapè: poi stacca gli occhi da
Scarpia con un gesto di supremo disgusto e
di odio)
Come tu m'odii!
(con accento
convinto e con compiacenza)
TOSCA
(con tutto l'odio e
il disprezzo)
Ah! Dio!...
SCARPIA
(avvicinandosele)
Così ti voglio!
TOSCA
(esasperata)
Non toccarmi, demonio!
T'odio, t'odio, abbietto, vile!
(fugge da Scarpia
inorridita)
SCARPIA
Che importa?!
(avvicinandosele
ancor più)
Spasimi d'ira... spasimi d'amore!
TOSCA
Vile!
SCARPIA
(cerca di
afferrarla)
Mia!
TOSCA
(si ripara dietro
la tavola)
Vile!
SCARPIA
(inseguendola)
Mia!
TOSCA
Aiuto!
(un lontano rullo
di tamburi a poco a poco s'avvicina, poi si
dilegua lontano)
SCARPIA
(fermandosi)
Odi? 19
È il tamburo. S'avvia. Guida la scorta
ultima ai condannati. Il tempo passa!
(Tosca, dopo aver
ascoltato con ansia terribile, si allontana
dalla finestra e si appoggia, estenuata, al
canapè)
Sai... quale oscura opra laggiù si compia?
Là... si drizza un patibolo!...
(Tosca fa un
movimento di disperazione e di spavento)
Al tuo Mario, per tuo voler, non resta che
un'ora di vita.
(freddamente si
appoggia ad un angolo della tavola,
continuando a guardare Tosca)
(Tosca affranta dal dolore si lascia cadere
sul canapè)
(Freddamente Scarpia va ad appoggiarsi ad un
angolo della tavola, si versa del caffè e lo
assorbe mentre continua a guardare Tosca)
TOSCA
(nel massimo
dolore)
Vissi d'arte, vissi d'amore, non feci mai
male ad anima viva!...
Con man furtiva quante miserie conobbi,
aiutai...
Sempre con fe' sincera, la mia preghiera ai
santi tabernacoli salì.
Sempre con fe' sincera diedi fiori agli
altar.
(alzandosi)
Nell'ora del dolore perché, perché Signore,
perché me ne rimuneri così?
Diedi gioielli della Madonna al manto, e
diedi il canto agli astri, al ciel, che ne
ridean più belli.
Nell'ora del dolore, perché, perché Signore,
perché me ne rimuneri così?
(singhiozzando)
SCARPIA
(avvicinandosi di
nuovo a Tosca)
Risolvi!
TOSCA
Mi vuoi supplice ai tuoi piedi!
(inginocchiandosi
innanzi a Scarpia)
Vedi,
(singhiozza)
le man giunte io stendo a te!
(alzando le mani
giunte)
Ecco... vedi...
(con accento
disperato)
e mercè d'un tuo detto, vinta, aspetto...
(avvilita)
SCARPIA
Sei troppo bella, Tosca, e troppo amante.
Cedo. - A misero prezzo tu, a me una vita,
io, a te chieggo un istante!
TOSCA
(alzandosi, con un
senso di gran disprezzo)
Va! - Va! - Mi fai ribrezzo!
(bussano alla
porta)
SCARPIA
Chi è là?
SPOLETTA
(entrando tutto
frettoloso e trafelato)
Eccellenza, l'Angelotti al nostro giungere
si uccise.
SCARPIA
Ebbene, lo si appenda morto alle forche! E
l'altro prigionier?
SPOLETTA
Il Cavalier Cavaradossi?
È tutto pronto, Eccellenza!
TOSCA
(Dio m'assisti!)
SCARPIA
(a Spoletta)
Aspetta.
(piano a Tosca)
Ebbene?
(Tosca accenna di
sì col capo e dalla vergogna piangendo
affonda la testa fra i cuscini del canapè)
(a Spoletta)
Odi...
TOSCA
(interrompendo
subito Scarpia)
Ma libero all'istante lo
voglio!
SCARPIA
(a Tosca)
Occorre simular. Non posso far grazia
aperta. Bisogna che tutti abbian per morto
il cavalier.
(accenna a
Spoletta)
Quest'uomo fido provvederà.
TOSCA
Chi mi assicura?
SCARPIA
L'ordin ch'io gli darò voi qui presente.
(a Spoletta)
Spoletta: chiudi. 20
(Spoletta
frettolosamente chiude la porta, poi ritorna
presso Scarpia)
Ho mutato d'avviso...
Il prigionier sia fucilato.
(Tosca scatta
atterrita)
Attendi...
(fissa con
intenzione Spoletta che accenna
replicatamente col capo di indovinare il
pensiero di Scarpia)
Come facemmo col Conte
Palmieri...
SPOLETTA
Un'uccisione...
SCARPIA
... simulata!... Come avvenne del Palmieri!
Hai ben compreso?
SPOLETTA
Ho ben compreso.
SCARPIA
Va.
TOSCA
(che ha ascoltato
avidamente, interviene)
Voglio avvertirlo io stessa.
SCARPIA
E sia.
(a Spoletta,
indicando Tosca)
Le darai passo. Bada: all'ora quarta...
(marcando
intenzionalmente)
SPOLETTA
(con intenzione)
Sì. Come Palmieri...
(esce)
(Scarpia, ritto presso la porta, ascolta
Spoletta allontanarsi, poi trasformato nel
viso e
nei gesti si avvicina con grande passione a
Tosca)
SCARPIA
Io tenni la promessa...
TOSCA
(arrestandolo)
Non ancora.
Voglio un salvacondotto onde fuggir dallo
Stato con lui.
SCARPIA
(con galanteria)
Partir dunque volete?
TOSCA
(con accento
convinto)
Sì, per sempre!
SCARPIA
Si adempia il voler vostro.
(va allo scrittoio;
si mette a scrivere, interrompendosi per
domandare a Tosca:)
E qual via scegliete?
(Mentre Scarpia
scrive, Tosca si è avvicinata alla tavola e
con la mano tremante prende il bicchiere di
vino di Spagna versato da Scarpia, ma nel
portare il bicchiere alle labbra, scorge
sulla tavola un coltello affilato ed a
punta; dà un'occhiata a Scarpia che in quel
momento è occupato a scrivere e con infinite
precauzioni cerca d'impossessarsi del
coltello, rispondendo alle domande di
Scarpia ch'essa sorveglia attentamente)
TOSCA
La più breve!
SCARPIA
Civitavecchia?
TOSCA
Sì.
(Finalmente ha
potuto prendere il coltello, che dissimula
dietro di sé appoggiandosi alla tavola e
sempre sorvegliando Scarpia. Questi ha
finito di scrivere il salvacondotto, vi
mette il sigillo, ripiega il foglio: quindi
aprendo le braccia si avvicina a Tosca per
avvincerla a sé)
SCARPIA
Tosca, finalmente mia!...
(ma l'accento
voluttuoso si cambia in un grido terribile
–Tosca lo ha colpito in pieno petto)
(gridando)
Maledetta!
TOSCA
(gridando)
Questo è il bacio di Tosca!
SCARPIA
(con voce strozza)
Aiuto! muoio!
(Scarpia stende il
braccio verso Tosca avvicinandosi
barcollante in atto di aiuto. Tosca lo
sfugge ma ad un tratto si trova presa fra
Scarpia e la tavola e, vedendo che sta per
essere toccata da lui, lo respinge
inorridita.
Scarpia cade) 21
Soccorso! Muoio!
TOSCA
(con odio a
Scarpia)
Ti soffoca il sangue?
(Scarpia si dibatte
inutilmente e cerca di rialzarsi,
aggrappandosi al canapè)
E ucciso da una donna!
M'hai assai torturata!...
Odi tu ancora? Parla!...
Guardami!...
Son Tosca!... O Scarpia!
SCARPIA
(fa un ultimo
sforzo, poi cade riverso)
(soffocato)
Soccorso, aiuto!
(rantolando)
Muoio!
TOSCA
(piegandosi sul
viso di Scarpia)
Muori dannato! Muori, Muori!
(Scarpia rimane
rigido)
È morto! Or gli perdono!
(senza togliere lo
sguardo dal cadavere di Scarpia, va al
tavolo, prende una bottiglia d'acqua e
inzuppando un tovagliolo si lava le dita,
poi si ravvia i capelli guardandosi allo
specchio e quindi cerca il salvacondotto
sullo scrittoio; non trovandolo.
Si sovviene del salvacondotto... lo cerca
sullo scrittoio, ma non lo trova; lo cerca
ancora, finalmente vede il salvacondotto
nella mano raggrinzita di Scarpia.
Solleva il braccio di Scarpia, che poi
lascia cadere inerte, dopo aver tolto il
salvacondotto che nasconde in petto.)
E avanti a lui tremava tutta Roma!
(si avvia per
uscire, ma si pente, va a prendere le due
candele che sono sulla mensola a sinistra e
le accende al candelabro sulla tavola
spegnendo poi questo. Colloca una candela
accesa a destra della testa di Scarpia.
Mette l'altra candela a sinistra.
Cerca di nuovo intorno e vedendo un
crocefisso va a staccarlo dalla parete e
portandolo religiosamente si inginocchia per
posarlo sul petto di Scarpia.
Si alza e con grande precauzione esce,
richiudendo dietro a sé la porta)
ATTO TERZO
SCENA 1
La piattaforma di Castel Sant'Angelo.
A sinistra, una casamatta: vi è collocata
una tavola, sulla quale stanno una lampada,
un grosso registro e l'occorrente per
scrivere: una panca, una sedia. Su di una
parete della casamatta un crocifisso:
davanti a questo è appesa una lampada.
A destra, L'apertura di una piccola scala
per la quale si ascende alla piattaforma.
Nel fondo il Vaticano e San Pietro.
(Notte - Cielo
sereno, scintillante di stelle)
(Si odono, lontane,
le campanelle d'un armento: di mano in mano
vanno sempre più affievolendosi)
La voce di un
PASTORE
Io de' sospiri.
Ve ne rimanno tanti
Pe' quante foje
Ne smoveno li venti.
Tu me disprezzi.
Io me ci accoro,
Lampene d'oro
Me fai morir!
(la luce incerta e
grigia che precede l'alba: le campane delle
chiese suonano mattutino)
(Un Carceriere con una lanterna sale dalla
scala, va alla casamatta e vi accende la
lampada sospesa davanti al crocifisso, poi
quella sulla tavola. Poi va in fondo alla
piattaforma e guarda giù nel cortile
sottostante per vedere se giunge il
picchetto dei soldati, col condannato. Si
incontra con una sentinella che percorre
tutt'all'intorno la piattaforma e scambiate
colla stessa alcune parole, ritorna alla
casamatta, siede ed aspetta mezzo assonnato.
Più tardi un picchetto, comandato da un
Sergente di guardia, sale sulla piattaforma
22 accompagnando Cavaradossi: il picchetto
si arresta e il Sergente conduce Cavaradossi
nella casamatta, consegnando un foglio al
Carceriere. – Il Carceriere esamina il
foglio, apre il registro e vi scrive mentre
interroga:)
SCENA 2
Il Carceriere
- Cavaradossi
- un Sergente
- Soldati
CARCERIERE
Mario Cavaradossi?
(Cavaradossi china
il capo, assentendo. Il Carceriere porge la
penna al Sergente)
A voi.
(Il Sergente firma
il registro, poi parte coi soldati,
scendendo per la scala)
Vi resta un'ora...
Un sacerdote i vostri cenni attende.
CAVARADOSSI
No! Ma un'ultima grazia io vi richiedo...
CARCERIERE
Se posso...
CAVARADOSSI
Io lascio al mondo una persona cara.
Consentite ch'io le scriva un sol motto.
(togliendosi dal
dito un anello)
Unico resto di mia ricchezza è questo anel!...
Se promettete di consegnarle il mio ultimo
addio, esso è vostro...
CARCERIERE
(tituba un poco,
poi accetta e facendo cenno a Cavaradossi di
sedere alla tavola, va a sedere sulla panca)
Scrivete...
CAVARADOSSI
(rimane alquanto
pensieroso, quindi si mette a scrivere... ma
dopo tracciate alcune linee è invaso dalle
rimembranze, e si arresta dallo scrivere)
(pensando)
E lucevan le stelle... ed olezzava la
terra... stridea l'uscio dell'orto... e un
passo sfiorava la rena...
Entrava ella, fragrante, mi cadea fra le
braccia...
Oh! dolci baci, o languide carezze, mentr'io
fremente le belle forme disciogliea dai
veli!
Svanì per sempre il sogno mio d'amore...
L'ora è fuggita...
E muoio disperato!
E non ho amato mai tanto la vita!...
(scoppia in
singhiozzi, coprendosi il volto colle mani)
(Dalla scala viene Spoletta, accompagnato
dal Sergente e seguito da Tosca: il Sergente
porta una lanterna - Spoletta accenna a
Tosca ove trovasi Cavaradossi, poi chiama a
sé il Carceriere: con questi e col Sergente
ridiscende, non senza aver prima dato ad una
sentinella, che sta in fondo, l'ordine di
sorvegliare il prigioniero).
SCENA 3
Tosca -
Cavaradossi
(Tosca che in
questo frattempo è rimasta agitatissima,
vede Cavaradossi che piange: si slancia
presso a lui, e non potendo parlare per la
grande emozione gli solleva con le due mani
la testa, presentandogli in pari tempo il
salvacondotto: Cavaradossi, alla vista di
Tosca, balza in piedi sorpreso, legge il
foglio che gli presenta Tosca)
CAVARADOSSI
(legge)
Franchigia a Floria Tosca...
... e al cavaliere che l'accompagna.
TOSCA
(leggendo insieme a
lui con voce affannosa e convulsa)
... e al cavaliere che l'accompagna.
(a Cavaradossi con
un grido d'esultanza)
Sei libero!
CAVARADOSSI
(guarda il foglio;
ne vede la firma) 23
(guardando Tosca
con intenzione)
Scarpia!...
Scarpia che cede? La prima sua grazia è
questa...
TOSCA
E l'ultima!
(riprende il
salvacondotto e lo ripone in una borsa)
CAVARADOSSI
Che dici?
TOSCA
(scattando)
Il tuo sangue o il mio amore volea... Fur
vani scongiuri e pianti.
Invan, pazza d'orror, alla Madonna mi volsi
e ai Santi...
L'empio mostro dicea: già nei cieli il
patibol le braccia leva!
Rullavano i tamburi...
Rideva, l'empio mostro...
rideva...
già la sua preda pronto a ghermir!
"Sei mia!" - Sì. - Alla sua brama mi
promisi. Lì presso luccicava una lama...
Ei scrisse il foglio liberator, venne
all'orrendo amplesso...
Io quella lama gli piantai nel cor.
CAVARADOSSI
Tu!?... di tua man l'uccidesti? - tu pia, tu
benigna, - e per me!
TOSCA
N'ebbi le man tutte lorde di sangue!
CAVARADOSSI
(prendendo
amorosamente fra le sue le mani di Tosca)
O dolci mani mansuete e pure, o mani elette
a bell'opre e pietose, a carezzar fanciulli,
a coglier rose, a pregar, giunte, per le
sventure, dunque in voi, fatte dall'amor
secure, giustizia le sue sacre armi depose?
Voi deste morte, o man vittoriose, o dolci
mani mansuete e pure!...
TOSCA
(svincolando le
mani)
Senti... l'ora è vicina; io già raccolsi
(mostrando la
borsa)
oro e gioielli... una vettura è pronta.
Ma prima... ridi amor... prima sarai
fucilato - per finta - ad armi scariche...
Simulato supplizio. Al colpo... cadi.
Isoldati sen vanno... - e noi siam salvi!
Poscia a Civitavecchia... una tartana... e
via pel mar!
CAVARADOSSI
Liberi!
TOSCA
Chi si duole in terra più? Senti effluvi di
rose?!...
Non ti par che le cose aspettan tutte
innamorate il sole?...
CAVARADOSSI
(colla più tenera
commozione)
Amaro sol per te m'era morire, da te la vita
prende ogni splendore, all'esser mio la
gioia ed il desire nascon di te, come di
fiamma ardore.
Io folgorare i cieli e scolorire vedrò
nell'occhio tuo rivelatore, e la beltà delle
cose più mire
avrà sol da te voce e colore.
TOSCA
Amor che seppe a te vita serbare, ci sarà
guida in terra, e in mar nocchier... e vago
farà il mondo riguardare.
Finché congiunti alle celesti sfere
dileguerem, siccome alte sul mare a sol
cadente,
(fissando come in
una visione)
nuvole leggere!...
(rimangono
commossi, silenziosi: poi Tosca, chiamata
dalla realtà delle cose, si guarda attorno
inquieta)
E non giungono...
(si volge a
Cavaradossi con premurosa tenerezza)
Bada!... al colpo egli è mestiere che tu
subito cada...
CAVARADOSSI
(triste)
Non temere che cadrò sul momento - e 24 al
naturale.
TOSCA
(insistendo)
Ma stammi attento - di non farti male!
Con scenica scienza io saprei la movenza...
CAVARADOSSI
(la interrompe,
attirandola a sé)
Parlami ancora come dianzi parlavi, è così
dolce il suon della tua voce!
TOSCA
(si abbandona quasi
estasiata, quindi poco a poco accalorandosi)
Uniti ed esulanti diffonderem pel mondo i
nostri amori, armonie di colori...
CAVARADOSSI
(esaltandosi)
Armonie di canti diffonderem!
TOSCA e CAVARADOSSI
(con grande
entusiasmo)
Trionfal, di nova speme l'anima freme in
celestial crescente ardor.
Ed in armonico vol già l'anima va all'estasi
d'amor.
TOSCA
Gli occhi ti chiuderò con mille baci e mille
ti dirò nomi d'amor.
SCENA
4
(Frattanto dalla
scaletta è salito un drappello di soldati:
lo comanda un Ufficiale, il quale schiera i
soldati nel fondo: seguono Spoletta, il
Sergente, il Carceriere. – Spoletta dà le
necessarie istruzioni. Il cielo si fa più
luminoso; è l'alba: suonano le 4 del
mattino. Il Carceriere si avvicina a
Cavaradossi e togliendosi il berretto gli
indica l'Ufficiale)
CARCERIERE
L'ora!
CAVARADOSSI
Son pronto.
(il carceriere
prende il registro dei condannati e scende
per la scaletta)
TOSCA
(a Cavaradossi, con
voce bassissima e ridendo di soppiatto)
Tieni a mente... al primo colpo... giù...
CAVARADOSSI
(sottovoce, ridendo
esso pure)
Giù.
TOSCA
Non rialzarti innanzi ch'io ti chiami.
CAVARADOSSI
No, amore!
TOSCA
E cadi bene.
CAVARADOSSI
(sorridendo)
Come la Tosca in teatro.
TOSCA
(vedendo sorridere
Cavaradossi)
Non ridere...
CAVARADOSSI
(serio)
Così?
TOSCA
Così.
(Cavaradossi segue
l'Ufficiale dopo aver salutato Tosca, la
quale si colloca a sinistra, nella
casamatta, in modo però da poter spiare
quanto succede sulla piattaforma. Essa vede
l'Ufficiale ed il Sergente che conducono
Cavaradossi presso il muro di faccia a lei;
il Sergente vuol porre la benda agli occhi
di Cavaradossi: questi, sorridendo, rifiuta.
– Tali lugubri preparativi stancano la
pazienza di
Tosca.)
TOSCA
Com'è lunga l'attesa!
Perché indugiano ancor?...
Già sorge il sole...
Perché indugiano ancora?... è una commedia,
lo so... ma questa angoscia eterna pare!...
(l' Ufficiale e il
Sergente dispongono il plotone dei soldati,
impartendo gli ordini relativi)
Ecco!... Apprestano l'armi...
Com'è bello il mio Mario!
(vedendo
l'Ufficiale che sta per abbassare la
sciabola, si porta le mani agli orecchi per
non udire la 25 detonazione; poi fa cenno
con la testa a Cavaradossi di cadere,
dicendo:)
Là! Muori!
(vedendolo a terra
gli invia colle mani un bacio)
Ecco un artista!
(il Sergente si
avvicina al caduto e lo osserva
attentamente: Spoletta pure si è avvicinato;
allontana il Sergente impedendogli di dare
il colpo di grazia, quindi copre Cavaradossi
con un mantello. L'Ufficiale allinea i
soldati: il Sergente ritira la sentinella
che sta in fondo, poi tutti, preceduti da
Spoletta, scendono la scala. Tosca è
agitatissima: essa sorveglia questi
movimenti temendo che Cavaradossi, per
impazienza, si muova o parli prima del
momento opportuno.)
(a voce repressa
verso Cavaradossi)
O Mario, non ti muovere...
S'avviano... taci! Vanno... scendono.
(vista deserta la
piattaforma, va ad ascoltare presso
l'imbocco della scaletta: vi si arresta
trepidante, affannosa, parendole ad un
tratto che i soldati anziché allontanarsi,
ritornino sulla piattaforma – di nuovo si
rivolge a Cavaradossi con voce bassa)
Ancora non ti muovere...
(ascolta - si sono
tutti allontanati, va al prospetto e
cautamente sporgendosi, osserva di sotto -
corre verso Cavaradossi)
Mario, su presto!
Andiamo!... Su!...
(si china per
aiutare Cavaradossi a rialzarsi: a un tratto
dà un grido soffocato di terrore, di
sorpresa e si guarda le mani colle quali ha
sollevato il mantello)
Ah!
(si inginocchia,
toglie rapidamente il mantello e balza in
piedi livida, atterrita)
Morto! Morto!
(con incomposte
parole, con sospiri, singhiozzi si butta sul
corpo di Cavaradossi, quasi non credendo
all'orribil destino)
O Mario... morto... tu.. così... Finire
così!! Così?... povera Floria tua!
(intanto dal
cortile al disotto del parapetto e su dalla
piccola scala arrivano prima confuse, poi
sempre più vicine le voci di Sciarrone, di
Spoletta e di alcuni soldati)
VOCI CONFUSE
Ah!...
La voce di
SCIARRONE
vi dico pugnalato!
VOCI CONFUSE
Scarpia?
La voce di
SCIARRONE
Scarpia.
La voce di SPOLETTA
La donna è Tosca!
VARIE VOCI PIU’
CONFUSE
Che non sfugga!
La voce di SPOLETTA
e SCIARRONE
(più vicine)
Attenti agli sbocchi delle scale!
(Spoletta apparisce
dalla scala, mentre Sciarrone dietro a lui
gli grida additando Tosca:)
SCIARRONE
È lei!
SPOLETTA
(gettandosi su
Tosca)
Ah! Tosca, pagherai ben cara la sua vita!...
(Tosca balza in
piedi e invece di sfuggire Spoletta, lo
respinge violentemente, rispondendogli:)
TOSCA
Colla mia!
(all'urto
inaspettato Spoletta dà addietro e Tosca
rapida gli sfugge, passa avanti a Sciarrone
ancora sulla scala e correndo al parapetto
si getta nel vuoto gridando:)
O Scarpia, avanti a Dio!
(Sciarrone ed
alcuni soldati, saliti confusamente, corrono
al parapetto e guardano giù. Spoletta rimane
esterrefatto, allibito.)