COMUNICATO STAMPA
Giovanna Scappucci
Arte Contemporanea
Palazzo
Mazzatosta
LOCANDINA
INVITO
Via
Orologio Vecchio, 34
Viterbo
info:
+39 340 4852467
palazzomazzatosta@libero.it
orario:
dal giovedì al sabato 16,00 – 19,00; domenica 10,00 – 13,00i
orari su appuntamento
(possono variare, verificare sempre via telefono)
Inaugurazione: domenica 28 ottobre 2007 ore
17,00
Fine mostra con presentazione catalogo:
domenica 2 dicembre ore 17,00
Artisti:
Lidia Bachis,
Maddalena Mauri
REHAB
Rehabilitation
Inaugura domenica 28 ottobre
2007
“Rehab” (Rehabilitation), esposizione di due giovani artiste
Lidia Bachis e Maddalena Mauri.
Il luogo è un palazzo storico
che da casa signorile medioevale si è trasformato, in epoca
recente, prima in Accademia delle Belle Arti e poi in spazio
espositivo dove la storia si integra perfettamente con
l’arte contemporanea.
La mostra trova spunto da
quella che è diventata una “pratica” molto diffusa nel mondo
patinato dei più o meno famosi… andare in Rehab. E cioè
entrare in una clinica per riabilitarsi da qualsiasi cosa:
alcool, droga o da una, non importa quale, forma
maniacale. “Rehab it is a (cool) attitude” titolava un
redazionale del mensile Vogue di qualche tempo fa, così
Lidia Bachis e Maddalena Mauri ne hanno sviluppato un
lavoro su se stesse tirando fuori dei lavori ad hoc per la
mostra, come è loro consuetudine. Riabilitazione totale sia
per le due artiste, che presenteranno dei lavori legati a
questo tema, sia per il pubblico che sarà “costretto” a
riabilitarsi con l’arte (una sorta di arte-terapia).
Lidia Bachis
Giovane artista romana che da
anni segue un suo percorso preciso: l’immagine. Non
semplicemente figurativa, ma un punto di partenza per poter
raccontare o meglio raccontarsi. In “Rehab” la Bachis ha
realizzato delle icone, “soggetti” (facenti parte di
un suo lavoro di archivio e selezione) che hanno avuto
esperienze suicide (Virginia Woolf) o permanenze in
manicomio (Alda Merini) o in cliniche riabilitative (Kate
Moss), affiancate da “foto ricordo” che hanno
formato il suo percorso creativo e influenzato la sua
ricerca, non solo estetica ma anche culturale e filosofica.
Tutte queste immagini saranno tenute sotto controllo dal
fido “Frankestein” un pitbull che, come la creatura
di Mary Shelley , è nato in un laboratorio e per questo è
il simbolo delle contraddizioni contemporanee.
Saranno tutti quadri
rigorosamente in bianco e nero con alcune aggiunte rosse,
accompagnati da un baule da viaggio “camera di
contenzione portatile” ed un’opera sonora composta da
una gabbia per uccelli degli anni 40', intitolata "Wie
froh ich bin, weg zu sein" ( come sono contento di
essere partito-
Goethe
).
Maddalena Mauri
Nasce a Roma, ma vive nel
viterbese da sempre, la Mauri è un’artista che si è fatta
conoscere e soprattutto apprezzare per la sua spontaneità
che trasmette in maniera diretta nelle sue tele. Questa
naturalezza è diventata sicuramente la sua forza, mai legata
a schemi a definizioni, ma sempre libera di raccontare di
se, soprattutto di quello che la circonda: i suoi amici, le
sua campagna, i suoi figli, sono gli spunti delle sue opere.
La figura predomina soprattutto nelle sue tele di grandi
dimensioni. Lo sfondo spesso è circondato da un paesaggio
quasi leonardesco, oppure è “incorniciato” con delle
scritte (didascalie) che danno maggiore incisione e
chiarezza. Guarda avanti ma non tralascia mai la storia e
quindi il passato.
I suo lavori ora sono in
grafite e anilina che le permettono di arrivare ad una fase
di esemplificazione dell’opera senza tanti ripensamenti,
infatti dopo aver coperto la tela di grafite costruisce
l’immagine togliendo il colore (proprio come se stesse
realizzando una scultura) facendo “uscire” piano piano
quello che vuole rappresentare. “Una storia strettamente
personale” è la miniserie realizzata per la mostra con
tre grandi tele e altri piccoli quadri distribuiti in
quattro “righe” dove ogni riga ha un suo colore (verde, blu,
giallo ed arancione).