PARLANDO DEL LIBRO DI
ÈRMES
Enigmatico signore dei
simboli, interprete e messaggero, è il nome greco del latino
dio Mercurio, del quale ha molti caratteri similari, creduto
figlio di Giove e di Maia, è nato in Arcadia, sul monte
Cillène, donde il frequente epiteto che gli è attribuito, di
Cellènio. La favola si è assai sbizzarrita intorno alle
singolari vicende della vita attorno al mito molto confuso e
complesso che lo riguarda, confluiscono altri miti a formare
un insieme di avventure e di attributi, appartenenti anche
ad altre divinità. Lattanzio distingue ben quattro
Mercùri – uno figlio di
Giove
e di Maia, l'altro di
Giove e di Cillene, un terzo, figlio del
Cielo e della Luce, e il quarto, figlio di
Bacco e di Proserpina. Cicerone ne scopre un
quinto, facendolo figlio del Valone e di
Forònide.
Altri ne distinguono solo due
– Il primo con l'egiziano Thot (ministro di Osirde)
che partendo per le Indie, gli avrebbe lasciato la cura
di governare L'Egitto in sua vece. Infatti Mercurio lo fece
prosperare nelle arti e nel commercio. L'altro è il figlio
di Giove e
Maia.
La favola si impossessa di
lui fin dalla nascita, aveva poche ore di vita quando in
riva al Nilo trovò una tartaruga morta, la vuota e vi
pratica dei fori nei quali passa delle corde di lino e ne
foggia il primitivo strumento di cetra, subito dopo riuscì a
rubare cinquanta giovenche delle mandrie di Apollo. Apollo
scoprì il ladro e lo trascinò nell'Olimpo al cospetto di
Zeus, ma avendo Mercurio inventata la cetra, Apollo fu pago
di questo strumento musicale e lasciò le giovenche a
Mercurio, Apollo da pastore si fa musico e Mercurio
s'improvvisa pastore. il quale diventa l'araldo degli Dei e
riesce ben presto ad aver un posto tra gli Olimpi. Come
nunzio di Giove è anche il conduttore dei sogni ed è
conciliatore del sonno. È dio della ginnastica, dio delle
varie invenzioni della lira, della siringa, delle lettere e
delle cifre, dei riti religiosi, della coltura dell'olivo, è
dio portatore (logios) protegge il commercio, guida
le anime dei morti (psychopompos) guida sulla retta
via il viandante, ecc. in una parola è un dio benefico ed
amante assai dell'umanità. Sede del suo culto fu
specialmente l'Arcadia.
Veniva rappresentato come un
giovane vigoroso e snello, dal volto intelligente e fine,
portava ai piedi i talàri, in testa il petaso una
specie di cappello a larghe falde proprio del viandante e
come viandante seguì il viaggio che gli fu conferito ed
attributo, suo proprio fu la verga dai serpenti attorti
detta kerykeion o caduceo.
E così...cammina
cammina...1998 ...lungo il sentiero...2002 ...siamo ospiti e
non protagonisti...2003. Siamo viandanti che chiediamo
informazioni a chi conosce la strada per averla già percorsa
prima di noi.
Come l'interessante libro
“Camminando s'apre cammino” di Arturo Paoli ed un'altra
pubblicazione di Gabriella Ballari “Camminammo camminando”
sottotitolo: Le strade che portano altrove. Recensito su:
“Vita con” N° 1-2, 2009.
T.A.