Le origini di Priverno si perdono nel
periodo protostorico laziale. Le prime testimonianze
storiche certe risalgono al
IV secolo a.C. nel periodo in cui
Roma cominciava ad espandersi nel Lazio, e sono ad
opera di
Tito Livio.
Egli descrive Priverno come un potente centro
Volsco, che venne però conquistato e distrutto dai
Romani sul finire del IV secolo a.C. Altri riferimenti
alla città di Priverno si possono ritrovare nell'Eneide
di Virgilio.
Come colonia romana, Privernum divenne una città
ricca e ben sviluppata, nel periodo che va dalla
Repubblica al I secolo dell'impero; ricchezza
testimoniata dai numerosi reperti archeologi ritrovati.
Si ignorano le cause che provocarono la fine di
Privernum ma alcune testimonianze lasciano supporre
che la città venne distrutta nel nono secolo ad opera
dei Saraceni.
La colonia romana fu fondata in un sito di pianura
chiamato oggi Mezzagosto, posto all'interno della
fertile vallata del fiume Amaseno e racchiuso fra le
propaggini dei Monti Lepini e Ausoni.
Il sito di pianura fu abitato, senza soluzione di
continuità, fino all'alto Medioevo. Nel corso del XII
secolo, poi, fu abbandonato gradualmente a favore di una
nuova città, Piperno (nome che rimarrà fino al
1927) situata sul Colle Rosso, un'altura ben difendibile
e posta a controllo della via Pedemontana che costituiva
un'importante arteria commerciale.
La città si formò lentamente e l'assetto definitivo fu
probabilmente raggiunto soltanto nel XIII secolo, quando
vennero edificate le mura, il Palazzo Comunale e
numerose chiese.
Priverno è storicamente appartenuta allo
Stato Pontificio e fa parte del Lazio fin dalla
presa di Roma (1870).
Dalla fondazione di
Latina (fino al
1946 Littoria) appartiene alla provincia omonima.