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Volgiti, che fai - "Dante brigante. Violenza nella Selva" 27 aprlile 2003 1-2-3 |
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GRUPPO
TEATRALE
"VOLGITI,
CHE
FAI"
DANTE
BRIGANTE
Violenza
nella Selva
fra
«le sasse»
dell'Anfiteatro lavico del "Cancellone", interverranno:
Antonio
Baragliu e Luisa Botarelli (guide)
Maurizio
Bruziches e
Antonello
Ricci (regia)
Massimo
Lattanzi (intermezzi musicali)
e Massimiliano Bagaglini, Michela Benedetti, Valentina Cappalli, Olindo Cicchetti, Eleonora Di Marco, Annalisa Fetoni, Sara Grimaldi, Antonio Latanza, Livia Loy, Lucia Pedoto, Maria Chiara Porretti, Alessia Salcini e Gianni
Travaglini
(voci e azione scenica)
Identità
- istallazioni di
Ireneo
Melaragni |
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Domenica 27 aprile 2003 - ore 10.00 (appuntamento in piazza del Comune, Farnese)
PROGRAMMA: 10.30 - arrivo in località Cancellone, passeggiata 12.00 - letture poetiche "en plein air" 13.00 - buffet nell'area attrezzata
A seguire - poeti a braccio dell'Alto Lazio e della Toscana Difficoltà della passeggiata: media |
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Amore,
solitudine, tradimento e morte, con le vicende del Brigante ritrovano una
forma mitica e popolare. I boschi
e la selva sono i suoi territori: sentieri, anfratti e grotte dove è ancora
difficile determinare se effettivamente
passò di lì, quasi seguitassero a nasconderlo.
Entrando nella Selva del Lamone, di briganti popolata, ma anche di carbonai e molte altre presenze, animali ed umane, il Brigante s'accompagna per noi a Dante. Innanzitutto perché è difficile resistere al pensiero che alcuni canti danteschi non abbiano trovato in questo luogo ispirazione, poi, perché il disorientamento fisico e spaziale di questo bosco richiama alla mente il turbamento che l'esperienza delle passioni produce alla ragione e, infine, perché Dante è pur sempre il più propizio viatico per chiunque voglia smarrirsi nella selva dei vizi e rinsavire con
l'aiuto
della letteratura e dell'arte.
Tra
il Brigante e Dante si genera una segreta tensione. Il primo è colui che,
spavaldo, conosce e possiede la sua
strada, ma per questo fa anche paura; il secondo è chi vuole perdersi per
ritrovarsi e freme esitante dell'esito
dell'impresa. Con Dante noi affermiamo sbalorditi che "da neun
sentiero…", con il Brigante vorremmo dire
poi "mi fo' questa salita e la fo' perché è la mia".
Manuel Anselmi.
Per l'occasione sarà presentato il libro Dante Brigante (edito da Stampalternativa). Improbabile "libretto di
sala" dell'evento
Con questa iniziativa "Volgiti, che
fai" festeggia dieci anni di attività
Disegno
e grafica di Francesca Proietti Sorbini
DANTE
BRIGANTE, DOMENICA 27 APRILE - COMUNICATO
Ogni
paesaggio è un sogno a occhi aperti, un'invenzione poetica. Di chi ha lo
squadernato nella propria fan asia,
di chi lo ha realmente percorso (vissuto o soltanto visitato: non
importa). Un paesaggio è lo sguardo dei La
Selva del Lamone, perpittori che lo dipinsero, degli scrittori che lo
raccontarono.
Esempio,
a cavallo tra Maremma e Alto Lazio. Tra Manciano e Farnese. Confine
marcato a secco sulle cartografie
d'una Italia burocratica a separare due province e due regioni. Ma anche
limite contraddetto e vanificato
da una "fisiologica", antica e resistente continuità di terre e
tradizioni: continuità di tufi, macchie intricate,
residui di padule. Di necropoli perdute. Di città rase al suolo
dall'impietosa ferocia papalina.
La
Selva paesaggio e personaggio insieme. La Selva teatro etico. La
"selva oscura" eletta da Dante a pietra di paragone
del suo Inferno. E quella, anche
più oscura, dei leggendari briganti Fioravanti e Tiburzi: folletti etruschi,
che vi consumarono il tempo della loro latitanza e che dalle sue radure
s'affacciarono, patetici e minacciosi,
ai margini del nostro Novecento.
La
Selva del Lamone. Attraversarla oggi. Tra escursionismo e creatività, tra
cultura e turismo. Al seguito del gruppo
di attori dilettanti Volgiti, che
fai (studenti di scuola superiore e universitari, ma anche gente dai mestieri
più improbabili: professori e pasticceri, commesse e pensionati,
ispettori di polizia).
La Selva del Lamone. Perdersi nel suo "sassosissimo" labirinto. Per una singolare passeggiata-performance.
Accompagnati
dallo scrittore Antonello Ricci. Scortati dalle guide della locale Riserva
Naturale. Sorpresi dagli echi
di cento voci, dalle terzine di padre Dante alle nenie dei poeti a
braccio. E ritrovarsi in uno spettacolare anfiteatro
lavico ad ascoltare il Lamento del
brigante, stornellato alla mietitora dalla viva voce d'un diffidente bandito
d'altri tempi.
Proprio
dall'esperienza di alcune passeggiate con letture poetiche "en plein
air" condotte lungo il cosiddetto Sentiero
dei Briganti, è nato il libro Dante
brigante. Violenza nella Selva, Stampalternativa, Roma 2002.
L'iniziativa
è patrocinata dalla Riserva Naturale "Selva del Lamone" di
Farnese.
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Domenica 27 aprile 2003
- ore 10.00 Informazioni: Riserva Naturale, tel. 0761.458741 |
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