L'acqua, uno dei campi metaforici più fecondi,
ritorna nell' ultima opera di Teresa Ragonesi quale
catalizzatore di energia creativa che spinge
l'artista ad intraprendere un viaggio surreale alla
ricerca di sé in dodici tappe reali che diventano
luoghi dell'anima: la corrente del fiume guida
l'artista, novella rabdomante, che fissa il segno
del suo passaggio, possedendo il territorio. Luoghi
come percorso di conoscenza che incarnano, nella
loro totalità dinamica, gli ostacoli che Teresa
Ragonesi si è trovata ad affrontare e risolvere per
diventare ciò che è oggi: luoghi che, come le dodici
fatiche di Ercole, portano l'artista a superare i
suoi limiti ed a raggiungere il suo "punto di
equilibrio". Risalire dal fiume fino al mare e di
nuovo ad un fiume, il Tevere, arteria pulsante e
anima della città eterna, è la "trama" dell'ultima
performance di Teresa Ragonesi. Il "punto di
equilibrio" attraverso cui risalire |
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in superficie, passando dal fluido ematico a quello
purificatore dell'acqua, è simbolicamente rappresentato
nell'opera-installazione dal polso che, attraverso il
nodo del filo a piombo, indica all'artista il luogo
dell'anima da illuminare e da segnare. Quell'impronta
che marca il territorio diventa parte di esso, derma
contro materia relativa, plasmabile e parcellare, si fa
mappa intima e personale grazie al pollice puntatore.
Dodici luoghi , dodici punti che si collegano idealmente
e materialmente all'istallazione sul Tevere: punti
germogliati che diventano multipli di sé, uguali e
diversi, fili da un 'unica matrice capaci di creare una
trama che ha inizio e fine nel "punto fisso" della
piattaforma, alfa e omega di questa ennesima avventura
artistica di Teresa Ragonesi.Il rito è compiuto, la
magia si è materializzata nell'istallazione che sigilla
la mostra.
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